Roma – E’ possibile introdurre l’obbligo vaccinale negli Stati membri Ue? Secondo il Consiglio d’Europa no, perché sarebbe una discriminazione nei confronti di chi per diversi motivi decide di non vaccinarsi.

Una piccola premessa: “Noi de La Torre siamo convinti che non esistono solo  i “no-vax” da un lato ed i “collaborazionisti” dall’altro.



Ma esistono anche tanti cittadini silenziosi che ne vorrebbero sapere di più, ascoltano le ragione degli uni e degli altri e cercano di farsi una proprio idea.
In Italia, e non solo, l’informazione è totalmente sbilanciata a favore del vaccino e si parla dell’immunita di gregge. In TV si vedono sempre gli stessi esperti e non c’è contraddittorio.

Per questo motivo, per bilanciare un pò l’informazione su questo argomento, abbiamo deciso di pubblicare informazioni in merito all’obbligo vaccinale”.

Obbligo vaccinale? Ecco quanto si legge nella risoluzione 2361 del 2021 del Consiglio d’Europa, al punto 7.3.1:
“Ci si deve assicurare che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno sia sotto pressioni politiche, sociali o di altro tipo se non desiderano vaccinarsi”.

Poi si legge nella stessa risoluzione al punto 7.3.2:
“Ci si deve assicurare che nessuno subisca discriminazioni per non essere stato vaccinato per possibili rischi per la propria salute o perché non vuole essere vaccinato”

A proposito di pass vaccinali il Consiglio d’Europa ha ribadito a maggio scorso che dovrebbero avere “una stretta limitazione temporale in relazione alle esigenze dell’attuale emergenza”, senza poi essere modificati per altri scopi.

Il testo in questione è stato adottato dall’Assemblea del Consiglio d’Europa il 27 gennaio 2021.

7.3.3 adottare tempestivamente misure efficaci per contrastare la disinformazione, la disinformazione e l’esitazione riguardo ai vaccini Covid-19;

7.3.4 distribuire informazioni trasparenti sulla sicurezza e sui possibili effetti collaterali dei vaccini, collaborando e regolamentando le piattaforme di social media per prevenire la diffusione di disinformazione;

7.3.5 comunicare in modo trasparente i contenuti dei contratti con i produttori di vaccini e renderli pubblicamente disponibili per il controllo parlamentare e pubblico;

7.3.6 collaborare con organizzazioni non governative e / o altre iniziative locali per raggiungere i gruppi emarginati;

7.3.7 impegnarsi con le comunità locali nello sviluppo e nell’attuazione di strategie su misura per supportare l’adozione del vaccino;

7.4 rispetto alla vaccinazione Covid-19 per bambini:

7.4.1 garantire un equilibrio tra il rapido sviluppo della vaccinazione per i bambini e affrontare debitamente i problemi di sicurezza ed efficacia e garantire la completa sicurezza ed efficacia di tutti i vaccini messi a disposizione dei bambini, con un focus sul superiore interesse del bambino, in conformità con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia;

7.4.2 garantire studi di alta qualità, con la dovuta cura per le salvaguardie pertinenti, in conformità con gli standard legali internazionali e la guida, inclusa un’equa distribuzione dei benefici e dei rischi per i bambini studiati;

7.4.3 garantire che i desideri dei bambini siano debitamente presi in considerazione, in base alla loro età e maturità; se il consenso di un minore non può essere dato, assicurarsi che l’accordo sia fornito in altre forme e che sia basato su informazioni affidabili e adeguate all’età;

7.4.4 sostenere il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) nei suoi sforzi per fornire vaccini da produttori che hanno accordi con lo strumento COVAX a coloro che ne hanno più bisogno;

7.5 rispetto a garantire il monitoraggio degli effetti a lungo termine dei vaccini Covid-19 e della loro sicurezza:

7.5.1 garantire la cooperazione internazionale per il rilevamento e la delucidazione tempestivi di eventuali segnali di sicurezza mediante lo scambio di dati globali in tempo reale sugli eventi avversi successivi all’immunizzazione (AEFI);

7.5.2 utilizzare i certificati di vaccinazione solo per lo scopo designato di monitorare l’efficacia del vaccino, i potenziali effetti collaterali e gli eventi avversi;

7.5.3 eliminare eventuali lacune nella comunicazione tra le autorità sanitarie pubbliche locali, regionali e internazionali che trattano i dati AEFI e superare le debolezze nelle reti di dati sanitari esistenti;

7.5.4 avvicinare la farmacovigilanza ai sistemi sanitari;

7.5.5 supporta il campo emergente della ricerca “avversomica”, che studia le variazioni interindividuali nelle risposte ai vaccini sulla base delle differenze nell’immunità innata, nei microbiomi e nell’immunogenetica.

8 Con riferimento alla Risoluzione 2337 (2020) sulle democrazie di fronte alla pandemia Covid-19, l’Assemblea ribadisce che i parlamenti, in quanto istituzioni cardine della democrazia, devono continuare a svolgere il loro triplice ruolo di rappresentanza, legislazione e controllo in circostanze pandemiche. L’Assemblea chiede quindi ai parlamenti di esercitare tali poteri, se del caso, anche per quanto riguarda lo sviluppo, l’assegnazione e la distribuzione dei vaccini Covid-19.