No alla scarcerazione di Di Gioia jr & Co
Torre del Greco – Respinta la richiesta di scarcerazione degli otto indagati con l’accusa di estorsione. Questo il verdetto dei giudici del tribunale della libertà sulla proposta avanzata dagli avvocati degli affiliati del clan Falanga.
Tuttavia sono state alleggerite le posizioni di tre componenti degli scissionisti: Il ras Ciro Grieco, nuovo addestratore dei neoaffiliati, e due collaboratori, Domenico Sannino e Silvano Scognamiglio, dovranno rispondere dell’accusa di violenza privata e non più di tentata estorsione. Confermate le accuse, invece, per Isidoro Di Gioia, figlio di Gaetano o’ tappo ucciso nel 2009, ed i suoi fedelissimi.
Secondo le indagini, gli otto arrestati facevano parte di due differenti famiglie criminali, che da un anno circa assaltavano piccole e grandi attività commerciali della città corallina. L’operazione, che venne effettuata alla vigilia di Natale, ha praticamente decapitato le alte sfere delle due organizzazioni che erano in conflitto per il controllo del territorio.
La svolta, che ha portato all’arresto dei padrini, è arrivata dal coraggio di un imprenditore che, sentendosi sotto tiro dall’agosto 2008 e dovendo pagare una “tassa” di diecimila euro per avviare la sua attività, ha deciso di reagire.
Una mossa che è stata fatale ai componenti del sistema camorristico torrese, che dopo il verdetto negativo da parte dei giudici, resteranno nella casa circondariale di Poggioreale.
Andrea Scala