Panico tra i risparmiatori torresi. Ricostruiamo la vicenda cercando di fare chiarezza
(a) Torre del Greco – Da oltre 200 anni, per moltissimi cittadini torresi, e non solo, è ‘usanza’ prestare agli armatori locali parte dei loro risparmi dietro il corrispettivo di un tasso di interessi vantaggioso. Ci sono persone che in passato hanno fortemente giovato degli interessi altissimi che percepivano dagli armatori, e gli armatori stessi, grazie a questi fondi, hanno potuto espandere le loro attività. Ma tutti, in un modo o nell’altro, sono consapevoli dell’altissimo rischio. C’è da sottolineare che alla base, però, vi è un rapporto di estrema fiducia.
La crisi economica sta colpendo tutti, perché esiste, c’è ed è innegabile. Proprio qualche anno fa, la D’Amato di Navigazione, la compagnia che fa capo al Comandante Michele D’Amato, è stata colpita duramente dal crollo dei noli marittimi in seguito alla crisi internazionale e grazie al concordato preventivo depositato presso il Tribunale di Napoli eviterà il fallimento.
Anche la Di Maio Lines ha subìto la crisi, ma ha tentato di reagire investendo: secondo indiscrezioni, per rilanciare la società e fronteggiare il periodo, gli amministratori stavano per acquisire due navi gemelle della SNAV.
Ma la posizione della Compagnia di Navigazione torrese si è aggravata quando un guasto all’aria condizionata ed altri piccoli insoliti problemi hanno fatto sì che delle corse saltassero. I media, anche a livello nazionale, hanno prestato molta attenzione alla vicenda, talvolta hanno anche esagerato. Molte testate giornalistiche hanno infatti erroneamente riportato ai lettori che la nave fosse stata sequestrata dalla capitaneria di porto di Napoli, sfociando nel falso: la nave non è stata mai sequestrata.
Da qui il calvario: scoppia il panico tra gli investitori, anche tra coloro che hanno tratto benefici per più di vent’anni di investimento con la famiglia Di Maio. Si è assistito, negli ultimi mesi, ad un vero e proprio assalto alla sede della Di Maio Lines da parte dei risparmiatori. Tutti accomunati dalla medesima richiesta: riottenere le proprie somme di danaro in tempi rapidissimi.
La situazione, quindi, si è complicata. È lecito chiedersi: quale azienda sopravviverebbe a tale richiesta? Comunque, i Di Maio hanno affrontato la situazione, hanno ricevuto e comunicato continuamente con i risparmiatori e hanno cercato di trovare soluzioni che accontentassero tutti, servendosi anche di consulenti.
Ma la vicenda è precipitata e dopo una denuncia da parte di alcuni risparmiatori è intervenuta la Magistratura. Da qui, la perquisizione della sede di viale dei Pini e la messa sotto sequestro giudiziario degli uffici. Il reato ipotizzato, secondo indiscrezioni, è truffa. Come di consueto, il popolo esagera e inventa molte storie, che tralasciamo.
Con certezza, però, ad oggi si possono affermare i seguenti fatti:
– ci sono indagini della Magistratura in corso – la sede è sottoposta a sequestro giudiziario
– ad oggi, gli amministratori non sono stati arrestati e non sono agli arresti domiciliari
– i libri contabili, dopo l’intervento della Magistratura, sono stati consegnarti in Tribunale
– non sono scappati, i rappresentanti della Di Maio Lines sono a Torre del Greco
– a causa delle indagini in corso è stato loro consigliato di non comunicare più con nessuno
– hanno chiesto al Magistrato di essere ascoltati immediatamente, per sgomberare il campo da ogni dubbio.
Così un’azienda in crisi, in un periodo di crisi che investe tanti settori, si è trovata ad affrontare un problema improvvisamente divenuto di dimensioni inimmaginabili. Alcuni risparmiatori, si stanno riunendo in gruppi per tentare causa giudiziaria, molti avvocati approfittano della situazione per acquisire nuovi clienti. Ma sono molti quelli che decidono di aspettare perché non credono nella truffa e nella malafede della Di Maio Lines.
Antonio Civitillo
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 27 ottobre 2010