Tra i comuni a rischio anche Torre del Greco
Allarme dall’Unione Europea : niente deroga all’innalzamento dei limiti chiesti dall’Italia sulla concentrazione di arsenico nelle acque a uso alimentare (in taluni casi possono provocare malattie, perfino l’insorgere del cancro). L’Ufficio Ambiente della Ue apre un pesantissimo problema sanitario in 128 comuni dello stivale appartenenti a 5 regioni. In primis c’è il Lazio, ma ad essere coinvolte sono anche altre regioni. Quanto alla Campania, l’inquinamento da arsenico è un problema di 14 paesi, nei comuni di Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Ottaviano, Pollena Trocchia, Portici, S. Anastasia, San Giorgio a Cremano, S. Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre del Greco, Volla.
Negli acquedotti delle località segnalate al Ministero della Salute c’è una concentrazione elevata di arsenico, talvolta con valori massimi di 50 microgrammi per litro, mentre la legge ne consente al massimo 10. Quantitativi che sarebbero da imputare forse a cause naturali, originati da stratificazioni geologiche di origine lavica. Giustificazioni inascoltate però dall’Unione Europea che non vuole più nelle acque potabili cifre superiori ai 10 microgrammi di arsenico per litro. Quel che succederà adesso ancora non è chiaro. Allertate anche le Prefetture e richiesto un pronunciamento all’Istituto superiore di sanità per stabilire le linee guida cui dovranno attenersi le autorità mentre la Regione ha preparato una specie di vademecum che presto sarà distribuito presso scuole, uffici pubblici, ospedali, aziende. Si dovrà assicurare la massima informazione all’utenza riguardo la nuova regolamentazione. Poi la responsabilità passerà ai sindaci che dovranno valutare se firmare le ordinanze di divieto.
In Campania scadranno il 31 dicembre 2010 le deroghe riguardanti la concentrazione eccessiva di fluoruro per 14 comuni in massima parte dell’area vesuviana. A rischiare di non essere più considerate "potabili in deroga" le acque di rubinetto di Portici, Ercolano, Torre del Greco, Terzigno, Volla, San Giuseppe Vesuviano, San Giorgio A Cremano, Cercola, Boscotrecase, Ottaviano, San Sebastiano al Vesuvio, Somma Vesuviana, Sant’Anastasia, Pollena Trocchia. Dal primo gennaio 2011, a meno di leggi o deroghe dell’ultima ora, centinaia di migliaia di cittadini della provincia di Napoli non potranno più utilizzare l’acqua di rubinetto se non per lavarsi. Interventi di manutenzione della rete idrica, vetusta e con enormi perdite, filtri e sistemi tali da ridurre in maniera significativa gli inquinanti presenti nelle acque di falda sono di assoluta necessità.
Mariacolomba Galloro