IL CONSUMATORRE
Ogni consumatore che fa la spesa corre continuamente il rischio di essere denunciato per “incauto acquisto”. Roba da codice Penale in quanto l’art. 712 prevede addirittura l’arresto fino a sei mesi, oppure un’ammenda che macchia la fedina penale. La sanzione riguarda “chiunque, senza averne prima accertata la legittima provenienza, acquista cose di dubbia origine”. Come si fa ad accertare la legittima provenienza di una cosa?. Non si sa, né la legge lo spiega. Ancora peggio va per chi compra false “griffe” senza averne prima accertata la legittima provenienza in materia di proprietà intellettuale: la legge n° 80/2005 prevede una sanzione fino a 10.000 euro, che molti consumatori hanno già subito per aver comprato false griffe presso le bancarelle degli extracomunitari, i quali, invece, dovrebbero pagare una sanzione di 20.000 euro che spesso non hanno. ecentemente la Corte di Cassazione ha confermato la condanna ad un consumatore (sentenza n° 37208/2006) che aveva comprato un telefonino usato il cui codice IMEI era stato cancellato, quindi presumibilmente di provenienza furtiva. Tale codice è impresso all’interno dell’apparecchio per consentire al proprietario derubato i bloccarne l’uso in caso di furto. La Corte di Cassazione ha argomentato che l’acquirente di un telefonino con il codice cancellato è cosciente della provenienza furtiva, quindi va condannato per ricettazione. Il codice IMEI ha, quindi, una grande utilità perché contribuisce a combattere il fenomeno dei furti dei telefoni cellulari, rendendoli inutilizzabili una volta che si trovano nelle mani dei ladri. Ritornando agli acuisti in genere, va evidenziato che il consapevole e volontario acquisto di merce “rubata”, oltre a costituire reato, comporta gravi danni, poiché alimenta il c.d. “mercato nero”, con gravi ripercussioni sull’economia generale e locale. Attenzione, allora, a non incorrere nel reato di incauto acquisto, evitando facili tentazioni di “risparmio” che, il più delle volte, possono riservare brutte sorprese anche nella qualità del prodotto. Come dicevano i nostri nonni? “O sparagn non è mai guaragn”.
Pres. Antonio Cardella
Uni. Naz. Consumatori TdG
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 24 novembre 2010