Grande riscontro per il concerto di apertura “Noa Symphonic”, tenutosi presso il Multisala Corallo, primo del ricco programma artistico natalizio di Torre del Greco, promosso dal Sindaco Luigi Mennella con la sua Giunta, sotto la direzione artistica di Gigi Di Luca.
Di sicuro qualcuno l’avrà già detto o scritto di Noa, celebre cantante israeliana, ( pseudonimo di Achinoam Nini) : “una piccola grande donna”. Ma è una definizione abbastanza scontata e banale, che dice tutto e niente.
La sua carriera, luminosa e pluriennale, è nota ai più; il suo successo internazionale, i riconoscimenti per il valore artistico e per l’impegno sociale sono dati di fatto.
Ma, per chi non avesse mai avuto l’occasione di vedere un suo spettacolo live o di avvicinarla per un autografo o una foto, la sensazione è che Noa sia tanto di più.
Riempie la scena come un sole all’orizzonte, e lo fa non soltanto con la voce, flautata e potente, ma con tutto il suo essere: la gestualità e le movenze da danzatrice, la mimica e la teatralità da attrice raffinata, la gioia di essere sul palco passa da lei al pubblico con la fluidità di una sorgente che origina un fiume.
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Un concerto di Noa è un’esperienza esistenziale che arricchisce ed è destinata ad essere ricordata a lungo.
Tanto è imponente la sua presenza scenica e la caratura artistica, tanto è disarmante la semplicità della sua persona. Incontrarla nel post concerto per un autografo vuol dire imbattersi in una donna minuta, dallo sguardo dolcissimo e il sorriso garbato, disponibile ed empatica.
Ad accompagnare l’artista nella performance di ieri sera l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Benevento, diretta dal maestro Francesco D’Ovidio, che ha conferito al concerto la solennità e la pienezza che i brani eseguiti esigevano.
Una menzione speciale va a Gil Dor, chitarrista e compositore di altissimo livello, la cui collaborazione con Noa risale ad inizio anni ’90.
La scaletta si è snodata tra brani in ebraico, suggestivi e coinvolgenti, pezzi in inglese, tratti dal consolidato repertorio internazionale, canzoni della tradizione classica napoletana (nel 2011 pubblicò un intero album dal titolo Noapolis), fino a rielaborazioni personali di alcuni componimenti di Joan Sebastian Bach (nel marzo 2019 pubblicò il disco Letters to Bach, progetto discografico prodotto dal compianto Quincy Jones), veri e propri equilibrismi canori resi in maniera stupefacente, in collaborazione col maestro Gil Dor.
Incredibile anche la maestria con cui Noa si è esibita alle percussioni, dando una connotazione etnica molto vicina anche alla tradizione musicale popolare nostrana.
“In un’altra vita devo essere stata napoletana”, infatti, è una delle frasi con cui ha inframmezzato le sue esecuzioni. A tal proposito va detto che la platea ha ascoltato in religioso silenzio gli incisi dell’artista sulla pace, sulla lotta alla violenza contro le donne e sul concetto che “siamo tutti connessi, persone, animali e natura : tutti connessi tra noi e tutti connessi a Dio; una sola anima”.
Fortemente intrisi di spiritualità anche i bis di Noa, che ha chiuso un concerto memorabile con l’Ave Maria di Charles Gounod, nonché con Beautiful That Way, tema principale della colonna sonora de “La vita è bella” ( celeberrimo film di Roberto Benigni), scritta dal maestro Nicola Piovani.
Marika Galloro