Avvocati del diavolo

In materia di giustizia l’opinione pubblica del nostro Paese pare formarsi quasi esclusivamente sulle trasmissioni televisive, nel cui ambito anche coloro che nulla sanno delle vicende sulle quali sono chiamati, chissà perché, ad esprimere un’opinione emettono giudizi di condanna o di assoluzione oppure criticano l’operato dei magistrati, il tutto in nome di un’idea del tutto personale della giustizia. Il recente caso della nave da crociera “Concordia”, che tanto clamore ha suscitato e che, tuttora, occupa buona parte degli spazi d’informazione, può essere citato come esempio tipico di processo mediatico, in cui giudici ed avvocati improvvisati, magari appartenenti al mondo dello spettacolo, senza avere conoscenza dei fatti, accusano il comandante della nave, capitano Schettino, esaltano l’operato di coloro che appaiono come i protagonisti in positivo della triste vicenda e, dulcis in fundo, tuonano contro il giudice per le indagini preliminari che ha osato mandare a casa (è questo che si sente dire!) l’uomo responsabile della morte di tante persone. In questo coro di giudizi di condanna sono assai poche le voci di chi, invece, si dichiara impossibilitato ad emettere sentenze, rimettendosi, com’è giusto fare, all’operato dei magistrati, e ancora meno le puntualizzazioni in merito ai motivi che hanno portato all’emissione del provvedimento col quale sono stati disposti gli arresti domiciliari per il comandante della nave, provvedimento cautelare che, per sua natura, non ha alcun carattere punitivo, dato che per una condanna occorre attendere una sentenza, la quale, in ogni caso, presuppone che la responsabilità dell’imputato sia emersa al di là di ogni ragionevole dubbio. Il copione, quindi, è sempre lo stesso. Il processo mediatico attira un folto pubblico; poco importa, allora, se all’interno dello stesso i giudizi siano sommari e l’opinione pubblica ne ricavi, in tal modo, un’idea del tutto distorta della giustizia italiana.
Alessandro e Giovanni Gentile

 
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 25 gennaio 2012