In cucina con Angie
Taralli e birra sono un binomio vincente. Il tarallo è l’ennesimo figlio della creatività, del sopravvivere e dell’adattarsi con poco, tipico dei napoletani, veniva preparato utilizzando la pasta di pane rimasta. La loro particolarità sta nel connubbio del gusto dolce delle mandorle che si unisce alla mordente vivacità del pepe nero. Ingredienti: Farina 1 kg, Olio 125 g, Sugna 125 g, Lievito di birra 25 g, Sale 25 g, Mandorle intere 150 g, Pepe q.b. Esecuzione: Sciogliete il lievito in pochissima acqua tiepida e, con esso ed un poco di farina, preparare una pagnottella molto morbida e mettetela a lievitare in luogo riparato per 15-20 minuti. Trascorso questo tempo, ponete il lievito al centro della farina disposta a fontana, aggiungere tutti gli altri ingredienti ad eccezione delle mandorle ed impastate con acqua tiepida fino ad ottenere una pasta morbida e consistente. Lavoraratela bene fino a che non diventi liscia ed elastica. Coprirla e farla lievitare in luogo tiepido per circa mezz’ora. Successivamente rimettetela sul tavolo infarinato e ricavatene dei bastoncini di circa quin- dicina centimetri e spessi quanto un dito. Attorcigliateli due alla volta e chiudeteli in cerchio. Disponeteli, un poco distanziati tra loro, su di una placca leggermente unta; coprite e fate nuovamente lievitare. Quando saranno ben lievitati, spennellateli con uovo battuto e poggiate tre o quattro mandorle su di ogni tarallo, pressando un poco per farle aderire. Infornate in forno già caldo intorno ai 160° e sfornateli quando sono belli dorati.
Angie Cafiero
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 25 luglio 2012