Una vicenda complessa, ma uno sparuto gruppetto di obbligazionisti continua a battagliare
Tra ricusazioni, sequestri, ri-sequestri, abusi edilizi ed altro, è sempre più evidente che la vicenda Deiulemar è molto complessa. D’altro lato, una buona parte del popolo torrese inizia a comprendere che, affinchè si concluda il fallimento, ci vogliono anni e che anche l’esito sarebbe molto incerto. Ricordiamo, in merito ai beni degli armatori dissequestrati, che nuove notizie sono giunte da Roma: a poche ore dal corteo degli obbligazionisti, tenutosi più di quindici giorni, il collegio d ella IV Sezione penale del tribunale di Roma composto dal presidente Laura Di Girolamo, Federica Tondin e Salvatore Iulia – ha disposto il sequestro conservativo dei beni mobili ed immobili nella disponibilità delle famiglie Lembo-Della Gatta-Iuliano fino alla somma di quasi 1Mld di euro. Invece, in merito ai giudici “auto-ricusati” (per motivi tecnici), il presidente del Tribunale facente funzioni, Alfonso Barbarano, ha respinto la richiesta di astensione presentata dal collegio giudicante che dovrà, pertanto, esprimersi in merito alla vicenda Palescandolo, giudice considerato troppo vicino gli obbligazionisti. Il giudizio dovrebbe essere imminente, salvo colpi di scena. Nel frattempo, è sorta una altra grana per alcuni componenti della famiglia Della Gatta: sono stati scoperti abusi edilizi nella villa di famiglia, abusi scoperti dai vigili urbani e rilevati anche da foto scattate dai satelliti. A esprimersi sulla vicenda abusi sarà il giudice monocratico Marco Femiano del tribunale di Torre del Greco. Inoltre, sempre alla Famiglia Della G atta, è stato sequestrato il loro yacht di lusso – Pershing76 – e questo bene risulterebbe essere acquistato in leasing e verrà messo all’asta. Ritornando sulle società armatoriali, proprio i giorni scorsi si è appreso che le aste avviate dai curatori della Shipping per le navi sono andate deserte. L’offerta era stata fissata per 15,4 milioni di dollari ognuna, sono navi con una capacità di 4.000 metri cubi costruite nel 2007 dal cantiere Navale di Pesaro. Ci sarà comunque un nuovo tentativo di vendita delle due navi – sopra citate – della Shipping. L’asta è prevista per il prossimo 18 giugno, alle ore 12, presso il Tribunale di Torre Annunziata. Rispetto al primo tentativo di vendita di 15,4 milioni di dollari ognuno, il prezzo base d’asta per ogni gasiera sarà di 13,1 milioni di euro. Le offerte potranno esser presentate entro il 17 giugno. Intanto, una piccola parte degli obbligazionisti continua la sua battaglia sollecitando organi di stampa e affiggendo manifesti sulle mura della nostra città, con lo scopo di sollecitare i mass media e le istituzioni sulla vicenda, è un crac che ha le proporzioni di una piccola manovra finanziaria dello Stato. Ma dopo più di un anno dalla vicenda gli obbligazionisti iniziano a ragionare a mente fredda comprendendo che per sbrogliare questa matassa ci vorranno anni. Di questo ne sono convinti anche molti della corrente dei "fallimentaristi", mentre i "concordaristi" vedono sempre di più chiudersi gli spiragli di una valida e rapida soluzione, e alcuni son convinti che se si fosse, in passato, approvato un concordato oltre ad una più rapida soluzione della vicenda gli armatori avrebbero comunque affrontato il processo penale con le relative conseguenze, proprio perchè sono due procedimenti sono separati: l’uno è civile e l’atro è penale.
Antonio Civitillo
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 24 aprile 2013