Continuano gli scontri all’interno della maggioranza guidata da Malinconico. Dopo lo scontro tra il PD e CD su Castellano, ora è rottura tra Ascione e Formisano

Oggi Gennaro Malinconico ha più di un motivo per essere soddisfatto. Forse non riuscirà a tirare avanti per tutti i cinque anni della sua sindacatura, ma osserva a distanza, e con una certa goduria, la guerra esplosa in questi giorni tra i due diòscuri della sua maggioranza, Alfonso Ascione e Nello Formisano. Durante la conferenza e nel comunicato preconfezionato per la stampa, scritto a quattro mani con Vittorio Guarino, Alfonso Ascione non ha risparmiato strali nei confronti dell’ex “ausilario dell’ospedale Maresca”, Nello Formisano, colpevole, secondo il primo, di lesa maestà, avendo sostenuto in tempi recenti che “il sindaco ha il dovere di d ire, nella sua coalizione, chi è di ostacolo alla sua attività di rinnovamento e di purificazione, a cominciare da quei settori dell’Udc di Santa Maria la Bruna – e qui il riferimento ad Ascione è più che chiaro – che, invece di seguire l’interesse della città, continuano a perseguire interessi privati”. A queste parole, c’è chi giura di aver visto il fedelissimo demitiano Ascione diventare rosso come un peperone. Il frutto di questa arrabbiatura è stato una convocazione urgente a tutti gli operatori della stampa a Palazzo Baronale per raccontare la sua verità. “Parla proprio Formisano – tuona Ascione nel suo comunicato – che è un campione di opportunismo e trasformismo politico”. Poi il politico di Santa Maria La Bruna rincara la dose, tirando in ballo la crisi politica che ha investito il primo cittadino Malinconico n elle settimane scorse, sfociata nelle dimissioni irrevocabili (poi revocate): “In relazione alla crisi a l comune di Torre del Greco – chiosa Alfonso Ascione -, Formisano (oggi rappresentante dell’ennesimo partito, eletto i n Parlamento solo grazie al calcolo dei resti) dovrebbe spiegare ai cittadini quali richieste oscene abbia fatto al sindaco nell’incontro avuto con lui alcune settimane fa”.
Il politico di Santa Maria La Bruna, cresciuto sotto la corte dell’ex sindaco Dc, Mario Auricchio, ha provato ad immaginarsi il contenuto dello scambio di parole di cui fa riferimento e, con una buona dose di malizia, domanda in maniera retorica: “Ha forse rinnovato le stesse pretese già avanzate in occasione dell’insediamento di questa amministrazione e che riguardano la sponsorizzazione di aziende a lui vicine, che operano nel settore dei rifiuti?”. Poi, nel documento stilato da Alfonso Ascione si fa un excursus sulla storia recente del deputato di Centro Democratico. “Formisano è colui che nel 2007, in accordo con l’onorevole Cosentino, si prese la responsabilità politica, di spaccare il centrosinistra, di far eleggere Ciro Borriello sindaco e di portare l’Italia dei Valori nel centrodestra, unico caso in tutta Italia”, chiosa Ascione. La novità assoluta, non tanto nuova, però – che fa godere Gennaro Malinconico – è rappresentata dalla conferma che ancora oggi, le varie fazioni che fanno parte della maggioranza che lo sorreggono a Palazzo Baronale non sono compatte, anzi.
L’unica cosa che le compatta è il timore di nuove votazioni. Proprio questa debolezza mostrata dai partiti e dai movimenti che lo hanno fatto eleggere sindaco gli danno un vantaggio spaziale, ancora più spaziale se si aggiunge anche “la deposizione delle armi” da parte della cosiddetta opposizione (tranne Luigi Miele e Felice Gaglione), che ha firmato un documento in appoggio alla continuazione dell’esperienza amministrativa di Malinconico. Lo scontro in atto tra Ascione e Formisano, sulla nomina del nuovo assessore alla Nu (dove il primo, anche con l’appoggio del sindaco, continua a sponsorizzare il nome di Balestrieri) e allargato al Pd, con lo “scippo” del suo consigliere Castellano ad opera proprio di Centro Democratico; fanno protendere l’attuale sindaco a dilungare i tempi per un fantomatico rimpasto di Giunta. A chi gli chiedeva le ragioni di queste lungaggini, l’elegante penalista occhialuto rispondeva che la sua priorità è di attendere curriculum "eccezionali e splendidi" (come quello di Patrizia Kivel Mazuy) per mettere mano finalmente alla Giunta politica. Nel mentre, il romanzo continua.
Alfonso Ancona

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 24 aprile 2013