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La voce circolava già da stamattina: Leonardo Lembo è agli arresti domiciliari. Il GIP di Roma ha deciso di mutare la "destinazione" al giovane armatore dal detenzione in carcere a quello domiciliare.
Secondo voci di corridoio, a spingere il Giudice a tale decisione sarebbe stata la disponibilità di Lembo a collaborare fin dall’inizio per fare luce sul caso Deiulemar.
Ricordiamo che gli armatori della Deiulemar sono detenuti in carcere dal lunedì 16 luglio poiché colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP oplontino De Angelis.
In particolare, dietro le sbarre sono finiti Angelo Della Gatta, Pasquale Della Gatta, Micaela Della Gatta, Giovanna Iuliano e Leonardo Lembo.
A i domiciliari, invece, Luigia Maria Lembo (vedova di Michele Iuliano), Lucia Boccia (madre dei Della Gatta), Giuseppe Lembo e Filippo Lembo. L’accusa, a vario titolo, prevede reati di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, truffa aggravata ai danni dello stato, infedele dichiarazione dei redditi, riciclaggio e raccolta abusiva del debito. Da una prima ricostruzione della Guardia di Finanza e del nucleo napoletano di polizia Tributaria sembrerebbe che i soldi, raccolti in questi anni, siano finiti in una serie di società, scatole cinesi, e trust esteri.
Ricordiamo che, su decisione del Gip del Tribunale di Torre Annunziata, subito sono stati revocati i domiciliari a Filippo Lembo. Revocati a fine agosto, dal Tribunale del Riesame di Roma, gli arresti domiciliari per la vedova del capitano, Maria Luigia Lembo e per Lucia Boccia, madre dei Della Gatta. E’ stata mutata anche la “destinazione” di Micaela della Gatta che è finita dalla detenzione in carcere agli arresti domiciliari. La Causa. Il giudizio penale nei confronti degli armatori è stato spostato al Tribunale di Roma. Il motivo del trasferimento è stato un cavillo sollevato dall’avvocato Alfonso Stile a fine luglio: tra gli obbligazionisti danneggiati è emerso anche un magistrato in servizio presso il Tribunale distaccato di Castellammare di Stabia, pertanto, risulta esserci "incompatibilità territoriale".
Antonio Civitillo