Una delegazione guidata dal sindaco Malinconico è stata a Roma per sensibilizzare le istituzioni sulla questione degli abbattimenti delle case abusive
La marcia su Roma di Gennaro Malinconico, per chiedere un salvacondotto per i proprietari degli immobili abusivi innalzati alle pendici del Vesuvio e che rischiano l’abbattimento dei loro manufatti, si è conclusa con un mare di promesse e con nulla di concreto tra le mani. La marcia in vagone treno è iniziata giovedì scorso di buon ora, e a seguire la folta chioma bianca del primo cittadino verso il Palazzo del potere romano (Palazzo Chigi) c’erano il presidente del consiglio comunale, Filippo Colantonio; il consigliere comunale, Massimo Cirillo; l’assessore Balestrieri e il consigliere provinciale, Alfonso Ascione. La fascia tricolore torrese si è messo in testa negli ultimi giorni che sbatter e i piedi a terra possa smuovere le coscienze dei vari Enrico Letta (presidente del consiglio), Angelino Alfano (ministro dell’interno) ed Annamaria Cancellieri (ministro della giustizia).
La sua convinzione nasce dal fatto che a sbattere i piedi (metaforicamente), con lui, a debita distanza, ci sono pure tutti i trenta sindaci che hanno sottoscritto il documento comune il 3 giugno, insieme anche a consiglieri provinciali, regionali, senatori e deputati campani. Ad attendere il treno dei desideri (dei proprietari d egli immobili da abbattere) c’era il senatore corallino di nascita, ma con ufficio di avvocato a Torre Annunziata; Ciro Falanga che, oltre ad esprimere la propria solidarietà al gruppetto proveniente da Torre del Greco ha ribadito la proposta di legge sottoscritta da lui e da altri parlamentari che punta a trasferire dalla Procura della Repubblica al Prefetto le competenze sulle esecuzioni dei provvedimenti dì abbattimento dei manufatti abusivi. A dar man forte al coordinatore dei Democratici crististiani, anche il presidente della commissione giustizia del senato, Francesco Nitto Palma che, nell’incontro avuto con Gennaro Malinconico, ha ribadito di voler calanderizzare la discussione della proposta di legge per il prossimo (scorso, per chi legge) 18 giugno e di voler assicurare la massima attenzione per la questione, impegnandosi a redigere un documento congiunto per chiedere al governo di adottare u n provvedimento urgente che sospenda gli abbattimenti. Stime a destra e a manca per il manipolo di volenterosi guidati dalla fascia tricolore torrese Malinconico, ricevuti pure da Francesco Rana, capo dì gabinetto del sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Filippo Patroni Griffi.
Altre promesse di attenzione per la problematica, con l’impegno, altresì, dì informare tempestivamente il presidente Letta, il ministro Alfano e il sottosegretario Patroni Griffi (anche se durante l’incontro non è stata provata nemmeno una chiamata alle segreterie degli stessi), in modo da fissare, in tempi strettì, l’incontro richiesto dai sindaci campani. E come se non bastasse, ancora altra solidarietà ed altre promesse di sollecitare gli organi preposti da parte del senatore Vincenzo Cuomo, e i deputati Arturo Scotto, Leonardo Impegno, Nello Formisano e Luigi Gallo. Solidarietà a iosa e un mare di promesse, questo il carico che si sono dovuti riportare a Torre il convinto gruppetto capeggiato da Gennaro malinconico. È inutile dire che oggi Malinconico sarà doppiamente soddisfatto perché la sua è stata una manina di poker che gli ha portato in dote la stima persa dei torresi che vivono e lottano fianco a fianco con i disperati che si trovano a vivere la paura di non avere più tra poco un tetto sopra la loro testa e, in più, è riuscito a farsi seguire per una volta sola da Alfonso Ascione…
Ma se questo viaggio della speranza si dovesse tramutare solo in un mare di promesse e solidarietà, allora sì che inizierebbero problemi seri per il sindaco con la passione per il codice penale. Vedrebbe tramutare questa flebile stima nei suoi confronti in una incazzatura cittadina. E questa sarebbe una buona ragione perché Malinconico scopra la voglia di incazzarsi a sua volta e di fare politica anche a costo di rompere il codice penale in testa a qualcuno.
Alfonso Ancona
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 19 giugno 2013