18 spettacoli per 16 comuni, studenti protagonisti dei laboratori culturali
La scuola incontra la musica dal mondo e soprattutto i suoi protagonisti, i suoi cantori. La II edizione di Ethnos per le Scuole ( la prima fu dedicata a Miriam Makeba) prende il via il 4 novembre dal Teatro San Ferdinando di Napoli con il concerto-incontro tra i ragazzi delle scuole napoletane e una giovane voce sudafricana Simphiwe Dana, che il giorno dopo canterà per gli studenti di Caserta. Ed è solo l’inizio.
La rassegna è promossa dall’Assessorato all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Campania, per la direzione artistica di Gigi Di Luca ed il coordinamento de La Bazzarra nell’ambito di “Scuole Aperte”. 18 appuntamenti, da Novembre a Marzo, con artisti che giungono in Italia, in Campania, appositamente per “iniziare” bambini ed adolescenti alla conoscenza delle culture musicali del mondo. Prevede laboratori e la realizzazione di un cd compilation che sarà ulteriore strumento gratuito per la diffusione della musica etnica nelle scuole.
Ethnos per le scuole è la sezione didattica e il naturale prosieguo dell’esperienza quindicennale del festival di musica etnica Ethnos, ideato e diretto da Gigi Di Luca. Per la prima volta gli studenti non sono al servizio dell’imprenditoria musicale come compratori o fruitori anche via web, al contrario, sono invece gli artisti stessi, stranieri o italiani, che si pongono al servizio dell’educazione degli adolescenti.
“Fornire strumenti privilegiati e persuasivi, come la musica e tutti i linguaggi dell’arte, deve diventare parte integrante del percorso formativo dei giovani. Ethnos rappresenta, in quest’ottica, un valido strumento d’incontro tra le culture e sono certo, dato anche il successo riscosso nella passata edizione, che lascerà ancora una volta a tutti gli studenti della Campania testimonianze vive del mondo e nuovi punti di osservazione attraverso cui leggere ed accogliere al meglio le ‘diversità’ – spiega Corrado Gabriele, Assessore all’Istruzione e Formazione della Regione Campania.
Questa seconda edizione esplora l’Africa ed il suoi cantori da una parte, e propone interpreti, frutto di contaminazioni di ritmi e sonorità, dall’altra. Gli spettacoli avvengono in teatri, auditorium, centri sociali o nelle stesse scuole, sono previsti in orario scolastico con inizio alle 11, fatta eccezione per il primo spettacolo che il 4 Novembre a Teatro San Ferdinando inizia alle 10.
E’ un progetto altamente pedagogico ed educativo che lo scorso anno ha coinvolto in media 800 studenti ad appuntamento ed ha operato anche su territori a rischio. Ha riguardato il territorio nel suo insieme, le comunità territoriali, le associazioni, i genitori degli studenti, gli operatori scolastici, il corpo docenti.
Gli spettacoli accolgono anche adulti, genitori e parenti e offrono l’incontro con chi opera in organismi nazionali ed internazionali che si occupano di cooperazione allo Sviluppo con attenzione ai paesi africani: Amnesty, Emergency, Unicef, CPS, Marcia Mondiale per la Pace, Reciprocità ed altre.
“Nove concerti dedicati al continente africano, con la partecipazione di artisti provenienti da differenti paesi ed etnie. E altri nove concerti dedicati ai nuovi linguaggi, agli incroci tra etnie, culture, sperimentazioni, ma anche proposte di generi musicali che sono già contaminati. I 18 concerti di Ethnos sono per i ragazzi una grande opportunità di ascoltare musica diversa, non commerciale, parlare con un musicista, conoscere la sua storia, gli strumenti che utilizza e le tecniche per suonarli. Sono anche occasione per conoscere le attività di tante associazioni di volontariato che si occupano di diritti umani”- dice Gigi Di Luca, Direttore Artistico della rassegna.
AFRICA. Il continente africano, popolato da più di 800 gruppi etnici, ha un panorama musicale variegato che parlare di “musica africana” appare estremamente riduttivo. Ogni gruppo infatti possiede stili, strumenti e repertori propri. Il percorso culturale non è solo uno spettacolo, un concerto ma è un valido scenario per far toccare con mano ai ragazzi delle scuole quello che generalmente studiano sui libri. Sentire la lingua, conoscere gli strumenti, ascoltare gli aneddoti degli artisti equivale ad uscire dalle classi e guardare il mondo con i propri occhi , e non per sentito dire.
A partire dal 4 novembre sino al 15 dicembre Napoli, Caserta, Castellammare di Stabia, Ercolano, Benevento, Castel Volturno, Salerno e Summonte ospitano 9 gruppi provenienti da aree geografiche differenti del continente africano.
Il taglio simbolico del nastro è affidato a Simphiwe Dana (Sudafrica), giovane cantante, graphic design di moda che trasferitasi dal suo paese a Johannesburg ha conquistato l’attenzione di noti musicisti e produttori. Ma poi dalle sonorità del Sudafrica, si passa alle tradizioni del Burkina Faso con Foly du Burkina. Qui la tradizione usa molto le maschere raffiguranti animali. I ragazzi entreranno in contatto con il ritmo ed i tamburi di Capoverde con Mariana Ramos, ed ancora I possenti tamburi e colori dei congolesi Tambours de Brazza, il canto di pace del senegalese Daby Tourè. Mentre le scuole di Salerno e Summonte conosceranno la tradizione maliana finemente contaminata con Baba Sissoko&Taman Kan e le sfaccettaure multietniche di Saba, originaria della Somalia.
CONTAMINAZIONI. Il nuovo anno (2010) dà spazio al concetto della contaminazione. Sino a Marzo le scuole di Pompei, Sarno, Cerreto Sannita, Torre del Greco, Avellino, Acerra e Marano di Napoli, Ottaviano,Santa Maria Capua Vetere, incontrano artisti italiani che del melange culturale odierno ne hanno fatto già un’arte. D’altronde è il nostro quotidiano e conoscerlo aiuta ad affrontare la multirazzialità, a scuola come sui campi di calcio o sugli spalti. Nei teatri e/o nei centri sociali arrivano gruppi italiani fortemente affascinati dalle tradizioni del mondo, formazioni miste per estrazione e paese d’origine. A Pompei città della pace, I KlezRoym primo gruppo italiano di musica klezmer, la musica delle comunità ebraiche di tutta l’Europa orientale, essi celebreranno la Giornata della Memoria. E poi Maurizio Capone & Bungt Bangt, che di materiali solitamente da immondizia ne hanno fatto strumento musicale, ed i Manomanouche che ricordano i 50 anni della scomparsa di Django Reinhardt, ispiratore e maestro. Quindi Raiz e I Radicanto. Al Teatro Corallo di Torre del Greco interviene la Banda di Piazza Caricamento, nata a Genova da immigrati e formata da molti musicisti immigrati in Italia. Ad Acerra si esibiscono i Rione Junno con la potente tradizione della taranta ed infine Omar Sosa chiuderà questa seconda edizione. Un artista che non smette di incontrare musicisti e tradizioni musicali: continua le sperimentazioni confrontando il suo universo musicale con i ritmi e le
sensazioni del mondo africano.
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CONCORSI. Ethnos per le Scuole prevede la partecipazione attiva delle scuole attraverso tre concorsi : fotografia e musica rivolto ai ragazzi di scuole medie e pittura per quelli delle elementari. Un modo per passare il testimone ai bambini, ai ragazzi e per stimolare in loro creatività e sguardo critico sulla realtà che li circonda:
I colori dell’ Africa – pittura: disegni a matita, acquarelli, fumetti, dipinti per raccontare i paesaggi e i colori del continente africano nell’immaginario dei bambini.
MultiKulti – fotografia :ritratti, istantanee di luoghi, feste, vita quotidiana per raccontare le nuove identità multiculturali in rapporto alla vita ed alla gente che popola la città.
Mondo Mix – musica: suoni, note, melodie per raccontare la multiculturalità del mondo contemporaneo con un “mondomix " di suoni e linguaggi.
Termini e modalità di partecipazione ai concorsi saranno specificati nel regolamento che verrà pubblicato sul sito internet www.labazzarra.com
Prossimi appuntamenti
L’11 dicembre si racconterà ai ragazzi di Salerno presso il Centro Sociale Via G. Vestuti, il polistrumentista maliano Baba Sissoko&Taman Kan. L’artista è stato il primo ad introdurre il suono del tamani nella musica moderna maliana. Baba Sissoko vive oggi in Italia ed ha uno stile molto particolare: alle melodie e ai ritmi propri della sua tradizione musicale come quelli Bambara, Peul, Mandighi e Sonrai, integra le sonorità occidentali come il jazz e il blues creando un mélange musicale di un effetto straordinario. La sua perfetta conoscenza dell’Amandran, struttura musicale ripetitiva e ipnotica propria del Mali che ha dato vita al blues, gli permette di collaborare con artisti tra i più diversi tra loro che hanno in comune la voglia di sperimentare.
Il 15 dicembre, invece, presso il Centro Congressi Don Alberto De Simone di Summonte, l’artista somala Saba. Molto piccola è costretta a fuggire per la sua razza mista: madre etiope padre italiano parenti somali. Una fuga traumatica che si è trasformata in un’occasione di riflessione artistica per questa giovane donna, che fa della sua musica e la sua ricerca soprattutto un tentativo di ritrovare le radici, di parlare attraverso l’arte di un’identità impossibile, mista e sfaccettata: come lei stessa dice “straniera in ogni dove”. La sua musica è come una linea di confine che separa la worldmusic acustica dalle sonorità beat ed elettroniche mescolando con chitarre acustiche e strumenti tradizionali ritmi della tradizione percussiva Africana e suoni contemporanei.