Un rapporto scientifico, stilato da tempo ma noto solo oggi, lo rivelerebbe
Negli ultimi giorni è spuntato un documento che conterrebbe dati alquanto inquietanti, circa le discariche campane e la salute dei cittadini che in questa regione ci vivono. Il documento si chiama Sebiorec, ed è uno dei più importanti studi epidemiologici con biomarcatori mai fatti in Italia. Ma andiamo con ordine, cercando di analizzare fatti e date con la massima oggettività, per non incorrere in facili allarmismi. Il rapporto, commissionato nel 2007 dall’allora presidente della regione Antonio Bassolino, sarebbe costato 250mila euro ed è il risultato del lavoro di 115 persone, tra scienziati e medici, i quali hanno sottoposto a controllo ben 900 campioni di sangue e 60 di latte materno, per rilevare la quantità di sostanze tossiche presenti negli abitanti che risiedono in 16 città, tra Napoli e Caserta, ritenute a rischio ambientale. Come viene dichiarato all’interno del paragrafo “Possibili esposizioni anomale” le zone maggiormente a rischio sono sei e si tratta di: Villaricca, Qualiano, Caivano e Brusciano dove è alta la presenza di arsenico; Giugliano in cui si registra un preoccupante primato per il mercurio; e Pianura zona di Napoli che registra il più alto tasso di diossina della regione, tra l’altro si tratterebbe del “tipo Seveso” la più pericolosa tra le sue specie. Le zone sono in prossimità di discariche come Castel Volturno, Villa Literno, Mugnano, le quali attraverso l’incenerimento dei rifiuti sprigionano sostanze tossiche altamente dannose. Queste sostanze, potenzialmente cancerogene, sono presenti in modo eccessivo, provocando la contaminazione dell’acqua utilizzata per cucinare e lavarsi, provocando danni respiratori, agli organi e nella migliore delle ipotesi allergie. La Campania, pertanto, sarebbe avvelenata non solo dalla diossina, conseguenza diretta dell’incendio di rifiuti, ma anche da metalli e sostanze tossiche come arsenico, mercurio, cadmio e piombo, riscontrabili anche nelle falde acquifere, oltre agli ormai noti Pcb, ossia sostanze diossina-simili. Il rapporto Sebiorec è stato svelato pubblicamente solo oggi da un servizio di Emiliano Fittipaldi del settimanale L’Espresso, fornendo questi allarmanti dati e conferma l’avvelenamento delle zone vicine alle discariche, nonchè all’inceneritore di Acerra ( ma la mappatura dei luoghi contaminati potrebbe allargarsi). Il rapporto infine dichiara che i dati esposti non sono alti, ma le conseguenze possono essere gravi e per tale motivo bisogna assolutamente bonificare le discariche e gli inceneritori che si presumeva “a norma” ( ma che, evidentemente, non lo sono) e fermare chi attua gesti illegali nocivi alla salute umana, come l’incendio illegale di rifiuti tossici e la messa in atto di discariche abusive.
Mariacolomba Galloro