La RSA Villa delle Terrazze, ubicata a Torre del Greco (NA), è una struttura gestita dall’ASL Napoli 3SUD,conta decine di anziani non autosufficienti, bisognosi di cure e assistenza, assicurate da personale sanitario e socio/ sanitario qualificato e dedicato.
La RSA si trova nell’occhio del ciclone da circa 6 mesi, infatti già nel periodo del Subcommissario Panaro giravano voci di un trasferimento della struttura presso altre sedi da individuare.
A gennaio del 2016 la struttura è stata oggetto di visita da parte dei NAS i quali avevano riscontrato alcune problematiche che dovevano essere risolte nel più breve tempo possibile. Da qui inizia il valzer delle (ir)responsabilità: un giorno si pensava di fare i lavori di messa in sicurezza con i pazienti all’interno (i lavori prevedono la messa a norma delle vie di fughe sui due piani di degenza, l’installazione di un monta lettighe e di porte ignifughe); il giorno dopo, invece, era necessario il trasferimento di pazienti ed operatori.
Successivamente, nel mese di febbraio, 4 pazienti di Villa Delle Terrazze vengono traferiti a Portici, nella RSA aziendale Piazzale Gradoni, con la promessa che di lì a breve, come risulta da comunicato stampa aziendale del 5 febbraio 2016, pazienti ed operatori sarebbero stati trasferiti temporaneamente per la durata dei lavori, circa 60 giorni, presso la RSA aziendale Piazzale Gradoni di Portici. Il comunicato stampa in questione parla anche di un ampliamento dei posti letto delle uniche due RSA pubbliche dalla Napoli 3 sud: grazie alla collaborazione dell’ASL Napoli3 SUD col comune di Portici la RSA Piazzale Gradoni incrementa la ricettività da 19 a 38 posti letto (i 19 pazienti di Villa delle Terrazze), poi con la riapertura, dopo la messa in sicurezza della struttura torrese, l’offerta residenziale arriverebbe a 59 posti letto. Purtroppo sembra che le promesse degli alti vertici aziendali siano rimaste ancora intenzioni, in quanto pare che per ben due volte i familiari dei pazienti siano stati convocati dai dirigenti del Distretto 57 per comunicare loro la possibilità di scegliere la nuova residenza del proprio congiunto, ovvero le Residenze Sanitarie Assistenziali private convenzionate con il SSN (l’Istituto Assistenziale per Anziani Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia e l’Oasi di San Francesco di Castellammare di Stabia); nel caso di un rifiuto ad entrambe le proposte il familiare dovrebbe portare il proprio caro a casa.
Il timore mosso dagli operatori è che venga meno la garanzia della continuità assistenziale e lavorativa. “’Il vecchietto dove lo metto, dove lo metto non si sa’, per restare sul tema delle citazioni musicali, gli ospiti della RSA non si sa dove andranno a finire. Nemmeno i lavoratori. Nessuna sa o vuole dare risposte in merito. Le risposte rassicuranti date dalla direzione vanno in contrasto con le decisioni di alcuni dirigenti del distretto 57 che hanno preso di mira, per giochi di potere, la RSA Villa delle Terrazze”, si legge nel comunicato stampa diffuso dagli operatori.
La chiusura di Villa delle Terrazze sarebbe un’ulteriore perdita per la città del corallo e con essa la perdita del livello occupazionale: parliamo di 35 famiglie che potrebbero trovarsi, da un giorno all’altro, per strada con le relative ricadute sociali. I lavoratori della RSA sanno che a partire dall’ 1 maggio – data beffa, per la portata simbolica di questo giorno – il carico di lavoro sarà ridotto del 65%.
Quale sarà il futuro dei lavoratori? Quale sarà il destino dei pazienti residenti? I lavoratori e i familiari sono molto preoccupati, temono chi la perdita del posto di lavoro e chi l’alta qualità dell’assistenza. C’è poi da tenere conto, last but not least, delle conseguenze psicologiche di un trasferimento “subito” dagli anziani. Non stiamo a scomodare la letteratura scientifica in merito ad eventi traumatici quali un trasferimento di un anziano fragile , ma il buon senso e la civiltà di un popolo si riconoscono nel grado di attenzione e cure rivolto verso le fasce deboli, nel garantire loro il minimo della sofferenza gratuita possibile, nell’assicurare loro il più dignitoso, felice, attivo e creativo soggiorno nelle strutture pubbliche che lo accolgono.
Il resto, per dirla con le parole di Amleto, è silenzio. Il silenzio del potere. Giammai il nostro.
Maria Consiglia Izzo