Punto-Interrogativo-domande

Sono tante le vicende che attanagliano l’amministrazione comunale e tante anche quelle che sono in attesa di risposte chiare e precise. A queste, si aggiunge l’ultima. E’ della settimana scorsa, infatti, l’ultima tegola che si è abbattuta su Palazzo Baronale: e riguarda l’appalto per le luminarie natalizie del 2015 che ha fatto fioccare avvisi di garanzia. Una vicenda sulla quale la Procura sembrerebbe determinata a voler far luce a tutti i costi. Ma oltre a quella delle luminarie, non sfugge quella della settimana prima: la richiesta di un anno e due mesi di reclusione per il primo cittadino Ciro Borriello, reduce comunque di una vittoria contro la ditta Ego Eco nel procedimento instaurato presso il Tribunale Amministrativo regionale.
Insomma, non sembrano momenti di quiete per i politici locali e di certo fanno vivere col fiato sospeso, nonostante le dichiarazioni di “serenità” che fioccano dalla bocca di chiunque sia coinvolto in qualche “affare” a qualche titolo. A questi ultimi sviluppi, poi, si aggiungono le tematiche e le domande “in sospeso”. Sono, infatti, ancora in attesa di ricevere risposte le tante “polemiche” avviate direttamente dalla nostra testata La Torre su richiesta di numerosi cittadini che si sono premurati di segnalare alcuni casi “strani” ed alcuni “misteri”.
Tra queste, fa sempre capolino il caso del muro di cinta di Via Marconi: infatti, secondo foto e testimonianze quel muro lì proprio non c’era. Noi de La Torre, come molti torresi, abbiamo creduto che lo scopo dei lavori fosse un altro e cioè quello di rendere meno pericoloso quel tratto di strada. Si pensava che la realizzazione del secondo varco servisse a dividere i sensi di marcia (un varco per chi scende ed un altro per chi sale), per così attenuare le curve ed aumentare la visibilità, con la finalità di rendere il tutto più sicuro. Di fatto è stato innalzato un imponente muro di cinta che costeggia parte della proprietà “ex-Apa” (appellativo con il quale molti torresi identificano l’edificio), da qualche anno acquistata dalla famiglia Bottiglieri. Muro che, si scopre dalle dichiarazioni del Sindaco, faceva parte della proprietà suindicata.
Ed, infine, le promesse non mantenute. Una su tutte, quella pronunciata dalla fascia tricolore Borriello e divenuta – da quel momento – immediatamente un “patto di ferro” con i torresi. “Cambio Torre in una città Svizzera entro un anno o mi dimetto”: disse il sindaco di Torre del Greco esattamente il giorno della festa dell’Immacolata del 2014 mentre trasportava in spalla il carro dei fedeli per la Vergine Immacolata. Orbene, da quel giorno, molti hanno atteso. Torre del Greco non è una cittadina svizzera eppure il sindaco siede ancora sulla poltrona più importante di Palazzo Baronale. Infatti, di dimissioni neppure l’ombra sebbene sia passato oltre un anno e mezzo da quel patto coi cittadini. Qualcosa, a detta di tanti, è cambiato in città ma non si potrebbe dire che la città possa guardare fiera le cittadine svizzere. Anzi. Il degrado e le polemiche sono all’ordine del giorno e divampano da ogni dove, soprattutto sui social network ormai ritenuti strumenti anche e soprattutto di sfogo e segnalazioni su ciò che in città proprio non va. Ai posteri, oltre che alle sedi giudiziarie competenti attualmente al lavoro per far luce su alcuni importanti casi, l’ardua sentenza.

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 1 giugno 2016