Il protagonista è Ciro Borriello, 63 anni, chirurgo plastico, già deputato tra il 2001 e il 2006, prima con Forza Italia, poi con l’Udeur. Per due volte è stato anche sindaco di Torre del Greco, in provincia di Napoli: il primo mandato dal 2017 al 2012 (con l’Italia dei Valori sconfisse un candidato di centrosinistra), il secondo dal 2014 al 2017 (con una coalizione di centrodestra). Recentemente si era avvicinato alla Lega per Salvini Premier. Insomma, una carriera politica a tutto tondo, completata da non poche disavventure giudiziarie”. Ecco quanto riportato dal noto quotidiano Il Fatto Quotidiano.
E ancora: “Borriello ha preso servizio l’1 aprile al pronto soccorso del Ca’ Foncello, una delle situazioni sanitarie più critiche del Veneto, visto che nell’ospedale ci sono stati numerosi infetti, dopo il decesso di una donna ricoverata in geriatria per tre settimane a causa di diverse patologie, poi poi deceduta per coronavirus. Una settimana dopo le autorità dell’Ulss lo hanno sospeso temporaneamente dal servizio per poter chiarire se si trovi nelle condizioni legali per lavorare in una struttura pubblica”.
“Lo sospenderemo in via precauzionale e andremo a fare tutte le verifiche del caso”, ha spiegato Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca. “Se non ci saranno incompatibilità, l’attività riprenderà normalmente”.
Il dottor Borriello ha dichiarato ai quotidiani locali: “Ho fatto tutte le dichiarazioni dovute all’Usl. L’azienda sanitaria potrà fare tutti i controlli che ritiene giusti”.
Poi Il Fatto ricostruisce brevemente tutte le disavventure giudiziarie di Borriello:
“Nel suo passato ci sono tre inchieste giudiziarie. La prima, con una condanna nel 2015 in primo grado a tre anni e tre mesi (e interdizione dai pubblici uffici per cinque anni), riguardava un intervento di chirurgia estetica che sarebbe stato fatto figurare per un’operazione di appendicite. La vicenda avanti ai giudici non si è ancora conclusa. Poi un’indagine per favori legati a concessioni edilizie si è conclusa con la prescrizione in Corte di Cassazione: in primo grado era stato assolto (falso e abuso d’ufficio), in appello condannato a un anno di reclusione. Nel 2017 il terzo guaio, l’arresto per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, truffa ai danni dell’ente pubblico e falsità in atto pubblico. La Finanza aveva scoperchiato una serie di supposte collusioni nella concessione di appalti per rifiuti”.
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(fonte www.ilfattoquotidiano.it)