Crac Deiulemar. Interrogazione al ministro della Giustizia da parte del Movimento 5 Stelle. E’ in programma oggi, giovedì 16 ottobre, la tanto attesa risposta da parte del Ministro della Giustizia all’Interrogazione presentata dal deputato del Movimento 5 Stelle, Luigi Gallo, riguardante la “richiesta di indagare sul perché, nonostante la Procura, la Direzione investigativa antimafia e la Guardia di finanza avessero ottenuto analisi
finanziarie anomale da parte dell’Unità di informazione finanziaria istituita presso la Banca d’Italia, non sono intervenute ad impedire la truffa ed il successivo tracollo della società “Deiulemar Compagnia di Navigazione”, causando uno dei più catastrofici fallimenti della storia italiana che vede coinvolti centinaia di piccoli risparmiatori”, come si legge dal testo. Il parlamentare grillino, a conclusione della sua Interrogazione, chiede al Ministro della Giustizia “quali iniziative intende porre in essere per fare luce in ordine alle responsabilità degli organi preposti che abbiano dato scarso riscontro e/o del tutto omesso di dare corso alle previste attività ispettive e di indagine conseguenti le segnalazioni in parola se non intende opportuno procedere ad inviare gli ispettori nelle specifiche procure che hanno ricevuto segnalazioni dalla Banca D’Italia”. La settimana scorsa c’è stato il ricorso del pubblico ministero Paolo D’Ovidio. Nel suo reclamo in appello, il pm ha attaccato la decisione dei giudici capitolini di cancellare i reati di associazione a delinquere e sulla presunta condotta dolosa legata alla dilapidazione del patrimonio degli oltre tredicimila famiglie di risparmiatori che nel tempo hanno acquistato obbligazioni per un importo di oltre 720 milioni di euro. L’11 luglio nella sentenza di primo grado sul fallimento della Deiulemar Compagnia di Navigazione furono comminati circa ottant’anni di carcere per gli autori del crac Deiulemar, condannati per bancarotta fraudolenta e abusiva attività di raccolta del risparmio. I giudici romani della quarta sezione penale del Tribunale capitolino, aula Occorsio, dopo quasi nove ore di camera di consiglio, inflissero 17 anni e 2 mesi di carcere ad Angelo Della Gatta, stessa sorte toccò al fratello Pasquale, mentre la sorella Micaela fu condannata a 9 anni e 10 mesi di reclusione. Lucia Boccia, invece, fu condannata a 8 anni di pena. A Giovanna Iuliano furono inflitti 10 anni e 2 mesi di detenzione. 9 anni e 2 mesi, invece, furono dati a Maria Luigia Lembo. Per finire, Giuseppe Lembo fu condannato a 15 anni e 8 mesi di reclusione. A questi vanno aggiunti i 4 anni e mezzo presi da Leonardo Lembo, grazie al patteggiamento nelle fasi iniziali del processo. In più, ai tre fratelli Della Gatta (Angelo, Pasquale e Micaela) furono comminati 600 euro di multa. Mentre per Maria Luigia Lembo la multa fu di 400 euro. Per tutti è scattata l’interdizione dai pubblici uffici e il divieto di effettuare attività commerciali per 10 anni.