Domani altri interrogatori, si cerca di fare chiarezza sui motivi della bancarotta
Dopo gli arresti degli armatori avvenuti lunedì, ieri, per la vicenda Deiulemar si son svolti i primi interrogatori degli imprenditori finiti in carcere.
Davanti al GIP Giovanni De Angelis, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, si son presentati: i fratelli Pasquale, Angelo e Micaela Della Gatta, difesi dall’Avvocato Alfonso Stile; Leonardo Lembo difeso dall’avvocato Eugenio Cricrì e Giovanna Iuliano assistita da Gennaro Imbò.
Gli imprenditori di seconda generazione della Deilulemar Compagnia di Navigazione SPA, in questo primo colloquio, hanno provato a spiegare il modus operandi e le cause che avrebbero portato il colosso armatoriale torrese ad un crac da 800milioni di euro.
Nella ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla Procura di Torre Annunziata, per gli armatori si ipotizzano i reati di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, truffa aggravata ai danni dello stato, infedele dichiarazione dei redditi, riciclaggio e raccolta abusiva del debito.
Da una prima ricostruzione della Guardia di Finanza e del nucleo napoletano di polizia Tributaria sembrerebbe che i soldi, raccolti in questi anni, siano finiti in una serie di società – scatole cinesi – e trust esteri.
Domani verranno ascoltati i quattro indagati che son stati posti agli arresti domiciliari: Giuseppe Lembo, unico fondatore rimasto della società; il figlio Filippo Lembo; Maria Luigia Lembo, vedova di Michele Iuliano; e la moglie del defunto Giovanni Battista Della Gatta, Lucia Boccia.
Antonio Civitillo