San Giorgio a Cremano – Sono quattro le persone che ieri mattina sono state fermate con l’accusa di traffico d’armi internazionale. A far parte del giro che legava la Campania, la Libia, la Somalia e l’Iran i tre componenti di un nucleo familiare di San Giorgio a Cremano il padre, Mario Di Leva, convertito all’Islam con il nome di Jaafar, la madre, Annamaria Fontana, il figlio Luca, anche quest’ultimo convertito e indagato a piede libero con loro anche libico tuttora irreperibile, Mogamud Alì Shaswish. I quattro sono finiti nel mirino del Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Venezia, su ordine della Dda di Napoli. I quattro avevano contatti frequenti con cittadini libici, somali e iraniani; proprio a Libia e Iran (sotto embargo) — secondo l’accusa — a cui erano dirette le armi procurate dagli indagati tra il 2011 e il 2015: elicotteri, fucili d’assalto e missili terra-aria. Il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, è intervenuto con una nota in merito ai provvedimenti di fermo emessi nei confronti di Mario Di Leva e Annamaria Fontana con l’accusa di traffico internazionale di armi. “Voglio innanzitutto ringraziare la Dda di Napoli per la delicata indagine che ha condotto ed in particolar modo il nostro concittadino Catello Maresca. Ovviamente, si tratta di una vicenda che nessuna particolare ricaduta ha sul nostro territorio sotto il profilo della sicurezza e sono fiducioso che su questa incredibile storia si farà presto luce grazie all’operato dalla magistratura”.
“Personalmente – aggiunge – conosco molto poco la Fontana: so che era una ex amministratrice degli anni ’80/’90 e proprietaria di un ristorante nella nostra città, ma mai avrei immaginato che potesse essere implicata in una indagine del genere”.