“Da oltre un mese – spiegano – la temperatura delle aree regionali appenniniche ha toccato livelli di elevata calura anche in conseguenza del periodo di grande siccità  che ancora perdura, le popolazioni di animali e le specie vegetali sono ininterrottamente sottoposte ad un periodo di stress termico e alimentare di alta gravità , gli habitat di molte specie anche rare, anche in conseguenza della grande quantità di incendi sviluppatisi senza sosta, sono stati interessati da fenomeni di spopolamento e fuoriuscita di esemplari verso siti meno protetti, tutte le aree boschive interessate da incendi e dalla prolungata siccità erano abitate da migliaia di esemplari di avifauna e di mammiferi in riproduzione e con i propri piccoli di cui si può solo immaginare il triste destino“.
In contemporanea la Giunta Regionale della Campania, su richiesta del Presidente Vincenzo De Luca, ha scritto al Ministero delle Politiche agricole chiedendo che venga riconosciuto sul territorio regionale lo stato di calamità naturale a causa della siccità che ha interessato la regione nel periodo che va da dicembre 2016 a marzo 2017 e che i danni all’agricoltura hanno superato la soglia del 30%.
“L’inizio della futura stagione venatoria 2017-2018 – continuano le associazioni ambientaliste e animaliste – appare assolutamente non compatibile con lo stato ambientale presente che si può e si deve paragonare ad un vero e proprio disastro ambientale, con la prematura e devastante stagione di incendi, che ha compromesso gravemente la stagione riproduttiva di tutte le specie, cacciabili e protette, l’intraprendere ugualmente la pratica della caccia provocherebbe danni incommensurabiliverso il patrimonio naturale e faunistico regionale, nazionale ed internazionale“.