“Cosa succederebbe se il corallo entrasse in CITES?”
(i) Torre del Greco – “Cosa succederebbe se il corallo entrasse in CITES?”: questa la domanda posta ad alcune aziende del settore per comprendere al meglio il loro punto di vista.
Ditta Ascione G. e Figlio: L’appesantimento burocratico ridurrà notevolmente la vendita dei prodotti da esso derivato. Gli acquirenti potrebbero essere scoraggiati da una eccessiva burocrazia e costi nelle importazioni, con conseguente eliminazione degli articoli in corallo nei loro assortimenti.
Azienda Condito Giovanni: Crollo della domanda di articoli di corallo, chiusura aziende ed un impatto economico e sociale estremamente negativo sul territorio.
Azienda Del Gatto: Catapulterebbe l’intero comparto in una spirale negativa: aggravio burocratico per tutte le aziende torresi e mondiali; aumento costi di gestione; significativa contrazione del commercio internazionale; cessazione di molte piccole attività artigianali; perdita di migliaia di posti di lavoro, morte economica e culturale della nostra città.
Azienda Iacobelli F.lli: Eccessiva burocratizzazione per il commercio. L’inclusione in Cites non garantisce tutela della risorsa né gestione sostenibile della stessa.
Azienda Mattia Mazza: Gravi conseguenze all’attività produttiva e commerciale sul territorio. Ditta Borriello Gennaro: Incremento della crisi dell’economia torrese già da tempo precaria e perdita di posti di lavoro.
Ditta Aucella: Significherebbe abbandonare la lavorazione e commercializzazione del Corallo
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 2 dicembre 2009
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