Le indagini sono scaturite da numerose segnalazioni giunte in Procura – negli anni 2018, 2019 e 2020 – da parte della Presidenza del Tribunale di Nola riguardanti irregolarità rilevate dall’Ufficio Ruolo Generale Affari Contenziosi Civili: in sostanza quando veniva digitato il numero identificativo della marca da bollo o del contributo unificato, il sistema informatizzato segnalava che si trattava di titoli già registrati e utilizzati.
A farne uso, per gli inquirenti, erano gli avvocati: alcuni anche più volte in quanto apposti da professionisti facenti parte del medesimo studio legale degli indagati.