La suddetta capillare attività ’ accertativa portata avanti senza sosta da oltre diciotto mesi con l’avvalimento specialistico dell’ARPAC, ha consentito di ricostruire, attraverso una strutturata e complessa serie di verifiche tecniche ed amministrative, una mappatura delle varie e numerose immissioni illecite recapitanti nell’alveo principale di bonifica (tratto tombato e tratto scoperto) che attraversa l’intero territorio cittadino di Ercolano, a loro volta confluenti in mare e costituenti fonti di inquinamento e di potenziale pericolo per il delicato equilibrio eco sistemico di tale tratto di litorale. Particolarmente impegnativi gli accertamenti ispettivi del tratto tombato dell’alveo di bonifica eseguiti con l’ausilio di apparecchiature tecniche di videoripresa specializzate ed all’immissione di sostanza tracciante (fluorescina sodica) mista ad acqua, all’interno dei siti da ispezionare (wc, lavabi/lavandini, caditoie, pozzetti di ispezione), grazie ai quali è stato in grado di individuare i collegamenti tra i punto di immissione degli scarichi e il corpo idrico superficiale recettore. Nel complesso ammontano ad oltre 220 (duecentoventi) le fattispecie illecite ambientali portate sinora alla luce di cui oltre 150 (centocinquanta) legate ad immissioni/scarichi illeciti al suolo e sottosuolo ed in corpo idrico recettore che hanno portato, in numerosi casi al sequestro degli stessi insediamenti produttivi di provenienza nonché’ al deferimento dei relativi titolari all’ Autorità ’ Giudiziaria competente ed all’irrogazione di sanzioni amministrative per oltre ottocentomila euro per:
• attività di gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi ;
• abbandono incontrollato di rifiuti speciali pericolosi;
• scarico non autorizzato nel sottosuolo e nelle acque sotterranee di reflui industriali ivi sversati direttamente costituenti grave pericolo e potenziale fonte di compromissione dell’habitat urbano circostante;
• violazione del vincolo di emissione in atmosfera di sostanze altamente inquinanti e nocive per la salute umana;
• violazione di vincoli paesaggistici e urbanistico/edilizio;
• immissione delle acque reflue industriali prodotte dal ciclo di lavorazione direttamente nel sottosuolo;
• spandimento al suolo di sostanze chimiche altamente nocive e pericolose per la salute umana e per le stesse matrici ambientali.
Le attività di controllo e repressione, poste in essere dalla guardia costiera estesa anche all’intero sistema depurativo dei comuni vesuviani ricompresi proseguiranno con analoga intensità al fine di garantire il ripristino del delicato equilibrio ecosistemico/ambientale di tali territori di per se’ caratterizzati da gravi criticità ’ sistemiche. In tale ottica la stessa guardia costiera di Torre del Greco ha dato avvio ad virtuoso un percorso di partenariato istituzionale con l’assessorato regionale all’ambiente, atenei universitari (Uniparthenope, Federico II) enti di ricerca ed istituti scientifici presenti sul territorio (Cnr-Iamc – Enea – istituto zooprofilattico sperimentale del mezzogiorno, stazione geologica Anton Dohrn, Arpac, Asl , osservatorio vesuviano, autorità ’ di bacino), finalizzato a costituire un osservatorio permanente ambientale del mare che mettendo a frutto le eccellenze professionali presenti sul territorio ed operanti nel campo della promozione ambientale, della formazione e della tutela del patrimonio floro/faunistico, sia in grado di operare uno screening completo del delicato ecosistema floro/faunistico del litorale vesuviano orientando altresi’ le strategie di governo e di sviluppo e tutela dei territori stessi.
Sostenere La Torre
(o fare una semplice donazione)
è diventato più facile:
Dai voce a ciò che gli altri non dicono
(o fare una semplice donazione)
è diventato più facile:
Dai voce a ciò che gli altri non dicono