Beni per circa 52 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza e dal Gruppo Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente di Napoli ai fratelli casertani Giovanni e Michele Fontana, imprenditori nei settori del trasporto merci su strada e nella gestione rifiuti, ritenuti dai “pentiti” legati alla fazione Zagaria del clan dei Casalesi.
I finanzieri e i militari dell’arma hanno messo i sigilli a quote e compendi aziendali di 8 società, 120 immobili tra fabbricati e terreni e 6 veicoli, tra auto e moto.

Bloccati anche i loro rapporti bancari e finanziari.



Secondo gli inquirenti Giovanni avrebbe anche aiutato il narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale a nascondere, in un deposito, due container contenenti ben 600 chilogrammi di cocaina diretti in Australia e per i suoi servigi, secondo quanto dichiarato da Imperiale, Fontana avrebbe ricevuto un compenso di oltre 7 milioni di euro.

I carabinieri del Gruppo Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente di Napoli, insieme con la Guardia di Finanza, stanno apponendo i sigilli, in un mega parcheggio che si trova nella zona di Castel Volturno, in provincia di Caserta, a circa 200 camion appartenenti a una delle società finite nella lista dei beni da sequestrare ai fratelli imprenditori Giovanni e Michele Fontana. Entrambi, secondo due collaboratori di giustizia eccellenti come Giuseppe Misso e Michele Barone, sono stati fondamentali per gli affari dell’ex primula rossa del clan dei Casalesi Michele Zagaria. Secondo gli investigatori, infatti, proprio grazie all’appoggio della mafia casalese i Fontana sono riusciti far diventare le loro aziende leader nel trasporto e nella gestione dei rifiuti. Il provvedimento di sequestro del giudice di Santa Maria Capua Vetere è stato adottato a seguito della revoca del controllo giudiziario di una società dei due imprenditori nei confronti dei quali sono emersi plurimi elementi “idonei a fondare un giudizio di pericolosità sociale e a far ritenere che il loro patrimonio si sia formato e sia stato incrementato negli anni grazie ad attività illecite”. Le indagini patrimoniali hanno evidenziato una evidente sproporzione, nel periodo 2002-2021, tra i redditi dei due imprenditori e dei rispettivi nuclei familiari e le relative possidenze.

Furono le indagini congiunte, condotte dalla Squadra Mobile e dalla Guardia di Finanza a portare all’arresto del narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale dopo una lunga latitanza dorata a Dubai.

Imperiale venne preso in consegnate dagli agenti della Mobile, dai finanzieri e dai carabinieri nell’aeroporto romano di Ciampino.

Da quel momento Imperiale è stato messo a disposzione dell’autorità giudiziaria alla quale da mesi da rilasciando dichiarazioni concernenti le attività illecite che gli hanno consentito di assumere un ruolo primario nel traffico mondiale delle sostanze stupefacenti.