Dopo le scosse di terremoto di ieri che hanno interessato anche il nostro Comune, torna a tenere banco la polemica sul Piano di Protezione Civile. Il sindaco dimissionario Malinconico, in una intervista televisiva, pochi mesi fa, ammise che un vero e proprio piano d’evacuazione non esiste, o meglio, che non esiste un aggiornamento, così come richiesto da una recente modifica della legge 225/92 operata dal legislatore attraverso la legge 100/2012, del servizio nazionale di protezione civile. A riguardo, Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo dell’Osservatorio Vesuviano, al National Geographic ha recentemente affermato che: “Per la zona del Vesuvio è stato approntato un piano di emergenza inadeguato, che prende in considerazione la possibilità di un’eruzione intermedia”.
Il Dipartimento della Protezione Civile, nel gennaio 2013 ha aggiornato il Piano nazionale di emergenza per il Vesuvio, definizione la nuova zona rossa (dove è compresa pure Torre del Greco). L’area comprende i territori di 25 comuni della provincia di Napoli e di Salerno, ovvero 7 comuni in più rispetto ai 18 previsti dal Piano d’emergenza del 2001: la zona rossa, ricordiamo, è l’area per cui l’evacuazione preventiva è l’unica misura di salvaguardia della popolazione. In tema, dalla Regione Campania fanno sapere che la recente modifica della legge 225/92 operata dal legislatore attraverso la legge 100/2012, del servizio nazionale di protezione civile, ha introdotto precisi adempimenti per le amministrazioni comunali. In particolare all’art.15 (competenze del Comune ed attribuzioni del sindaco), la legge introduce il termine di 90 giorni dalla sua entrata in vigore (entro il 12 ottobre 2012) per l’approvazione con delibera consiliare del piano comunale di protezione civile. L’art.3-ter prevede che il piano venga periodicamente verificato, aggiornato e trasmesso agli organi sovraordinati di competenza. Inoltre, con la delibera della giunta regionale n.146 del 27 maggio 2013, sono stati stanziati 80mila euro (con una maggiorazione del 25% del contributo ammissibile per i Comuni ricadenti nella zona individuata a rischio vulcanico dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile: Vesuvio e Campi Flegrei) per i comuni con popolazione compresa tra 50mila e 100mila abitanti.