Le donne – già agli arresti domiciliari per reati contro la persona e per detenzione di armi clandestine – sono riuscite a violare gli obblighi imposti grazie alla compiacenza di un ginecologo. I carabinieri, infatti, hanno accertato che le 2 ottenevano permessi per lasciare le rispettive abitazioni dove erano ai domiciliari grazie a certificati attestanti la necessità di svolgere visite mediche specialistiche, in realtà mai effettuate.
Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai Carabinieri e coordinate dalla Procura della Repubblica, le due indagate si sono avvalse dell’operato del medico compiacente e di una sua segretaria, le cui responsabilità sono al vaglio.
Per una delle indagate è stata quindi disposta la sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari con quella della custodia in carcere, mentre per l’altra è stato revocato ogni permesso per allontanarsi dall’abitazione e disposto anche l’uso del braccialetto elettronico.