Così cantava, anni fa, Orietta Berti, una delle voci più genuine, fresche e cristalline del panorama canoro nazionale. La canzone deve essere una delle preferite anche dal presidente De Laurentiis, visto che è da una vita (da quest’estate, dal ritiro!) che non fa sentire la sua voce autorevole. In una società calcistica così scarsamente strutturata e ‘stratificata’ come quella del Napoli, nella quale mancano importanti figure di riferimento per tecnici e per giocatori, almeno il massimo dirigente dovrebbe, ogni tanto, intervenire, far sentire a tutti che lui “c’è”.

Il Napoli, ultimamente, per tornare alla parafrasi iniziale, appare come una “barca che, però, non va”, in totale balìa delle onde, in piena tempesta… E il nocchiero non sembra in grado di raddrizzare il timone e di riprendere la corretta linea di navigazione. Persino chi scrive, in questi momenti di burrasca, s’è trovato in difficoltà… Che dire? Come commentare i continui alti e bassi della compagine partenopea, che oscillano dai sei gol rifilati alla Fiorentina, alle incredibili disfatte contro lo Spezia ed il Verona? E’ vero: una costante, presente in questo periodo quasi incomprensibile, c’è stata. Il Napoli è apparso sempre carente sotto il profilo del gioco, senza un’ idea precisa. I risultati positivi, spesso, per la verità, conseguiti, sono per lo più da attribuirsi alla “qualità” dei singoli calciatori, che non si può certamente mettere in discussione. A nostro modesto parere, le negatività non dipendono dal modulo, è sterile disquisire di “4-3-2-1” o di “quattro-tre-tre”. Se i risultati dipendessero dai moduli… Il calcio non è, per fortuna, una scienza esatta… Alla fine, le cose che contano veramente sono l’applicazione, la forza di volontà, la tecnica, la personalità degli interpreti che scendono in campo. Ma è anche fondamentale l’organizzazione del gioco, e qui entra in gioco l’abilità del tecnico, del “nocchiero”.

Senza voler minimamente mettere in discussione le doti umane e professionali di Gattuso, appare evidente che il mister in questo momento ha notevoli difficoltà nella gestione dell’organico. La formazione-base, quella alla quale ogni allenatore si affida solitamente, nel Napoli – a cominciare dal portiere! – non esiste. Anche i cambi, a partita in corsa, sembrano più dettati dalla “smania” di porre rimedio ai tanti errori, singoli e di squadra, commessi che non da una lettura obiettiva della partita.



Per queste ragioni, auspichiamo che, al più presto, vi sia un “incontro chiarificatore” tra ADL e il ‘Ringhio’. Con l’onestà che lo contraddistingue, siamo certi che Gattuso dirà al presidente se si sente in condizione di gestire ancora “il vascello-Napoli”, oppure se è giunto il momento di pensare ad un nuovo “capitano” che conduca in porto una barca che ha necessità, prima che l’intera stagione calcistica sia compromessa (l’obiettivo, ricordiamolo, è il ritorno in Champions), di ritrovare la giusta rotta.
Ernesto Pucciarelli