Era il 2010, quando a seguito degli interventi di ampliamento della Salerno-Reggio Calabria, il Comune di Torre del Greco – secondo un accordo con la Sam (Società Autostrade Meridionali) – diede il via all’abbattimento del ponte che collegava via del Monte e via Nazionale, zona Colle di Sant’Alfonso, questo in previsione della realizzazione di un secondo ponte di collegamento, con relativo scolo delle acque piovane, che doveva essere realizzato proprio nei pressi dell’abitazione del signor Berardo. A distanza di numerose promesse e di diversi anni, non solo il ponte non è stato realizzato, ma anche lo scolo delle acque piovane – realizzato non a norma – sta creando numerosi disagi proprio alle famiglie che abitano in zona. ” Tutte le volte che c’è una pioggia abbondante – spiega Aniello Berardo – non possiamo lasciare le nostre abitazioni, e siamo costretti a restare intrappolati nelle nostre case”. Non è tutto: ” ho sollecitato varie volte chi di competenza per risolvere la questione, ma ho ricevuto solo prese in giro, tant’è che ho deciso di fare causa al Comune e alla Sam”. Quello del ponte e dello scolo non è l’unico problema che attanaglia gli abitanti della zona che, a seguito della demolizione del vecchio ponte, per raggiungere via Nazionale sono costretti a fare tutto un giro che passa per via Giovanni XXIII. Al danno dell’isolamento e degli allagamenti, dicevamo, si è aggiunta la problematica dei rifiuti. Infatti, “sono mesi che non si vede uno spazzino dalle nostre zone”, spiega sempre il signor Berardo che, ovviamente, ha già sollecitato varie volte gli uffici competenti ricevendo sempre risposte evasive sull’argomento.
Quindi, ricapitoliamo: via Sotto ai Camaldoli: isolata dalla strada principale, allagata quando viene a piovere e sporca perché nessuna viene a pulirla. Torre del Greco, anno del Signore 2017.
nei pressi della terza corsia, proprio sotto la palazzina della famiglia di Aniello Berardo. «Quando avviarono i lavori alla rete autostradale neanche ci avvisarono: buttarono giù il ponte dalla sera alla mattina – afferma il pensionato, intrappolato nella propria abitazione -. Successivamente ci dissero che il ponte sarebbe stato ricostruito, ma sono passati 7 anni e ogni giorno siamo costretti a fare tutto il giro della panoramica per raggiungere via Nazionale
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Un calvario lungo 7 anni, costellati di disagi e rischi igienico-sanitari. è il “dramma” vissuto dagli abitanti di via di Sotto ai Camaldoli, la strada a due passi dal colle di Sant’Alfonso rimasta “isolata” a causa dell’abbattimento del ponte autostradale.
La vicenda affonda le proprie radici nel 2010, quando – proprio in seguito agli interventi di ampliamento della Salerno-Reggio Calabria – il Comune diede il via libera alla demolizione del ponte di collegamento tra via del Monte e via Nazionale, scorciatoia di vitale importanza per gli abitanti della zona: un via libera subordinato all’accordo stretto con la Sam per la realizzazione di un secondo ponte di collegamento e lo scolo delle acque piovane nei pressi della terza corsia, proprio sotto la palazzina della famiglia di Aniello Berardo. «Quando avviarono i lavori alla rete autostradale neanche ci avvisarono: buttarono giù il ponte dalla sera alla mattina – afferma il pensionato, intrappolato nella propria abitazione -. Successivamente ci dissero che il ponte sarebbe stato ricostruito, ma sono passati 7 anni e ogni giorno siamo costretti a fare tutto il giro della panoramica per raggiungere via Nazionale».
Un problema, ma non l’unico della zona periferica di Torre del Greco. «Come se non bastasse – prosegue Aniello Berardo – ci avevano promesso nuovi scoli fognari per l’accumulo dell’acqua piovana: scoli poi realizzati, ma con i piedi. Ogni volta si verificano delle piogge abbondanti, restiamo intrappolati nelle nostre case: siamo veramente esausti di questa situazione, abbiamo fatto causa sia al Comune che alla società che gestisce le autostrade meridionali».
Ma le responsabilità di ciò che accade da 7 anni nella piccola stradina all’ombra del Vesuvio – secondo l’avvocato di Aniello Berardo – continua a rimbalzare tra i due enti, in uno stucchevole scaricabarile. Infatti, la Sam nel 2014 è stata condannata in primo grado a risarcire i danni e a provvedere ai lavori di adeguamento dello scolo. Ma una volta risarciti i ricorrenti con circa 5.000 euro, non sono mai stati effettuati i lavori. «Inoltre – conclude l’anziano – qui ci sono dei vecchi giacimenti edili custoditi sotto un telone blu che potrebbero contenere amianto e polveri sottili. A dispetto delle nostre segnalazioni nessuno è mai intervento».