Anno 2008
Pompei – “Vieni Benedetto a spargere nel mondo il seme della pace della pianta del Rosario”. Nel ritornello del canto composto appositamente per l’occasione c’è il senso della devozione che anima la comunità di Pompei. L’ansia dell’attesa dei cattolici locali è stata fino alla vigilia dello storico Evento di una portata eccezionale. La cerimonia è stata popolare ed imponente nello stesso tempo. La discesa dell’elicottero papale nel piazzale Giovanni XXIII. L’accoglienza festosa dei bambini delle scuole di Pompei. Il giro della piazza. La cerimonia religiosa sull’enorme palco di 12 metri, un metro e mezzo da terra. L’offerta della rosa d’oro alla Vergine. La recita della Supplica e dell’Angelus. Una serie di ricordi incancellabili per la comunità di credenti, convenuta a Pompei domenica 19 ottobre. Rimarranno scolpiti nella mente e nei cuori di oltre 100mila pellegrini, di ogni età, ordine, grado e ceto sociale. Pompei blindata per l’occasione. Sospeso il sorvolo aereo, controllate le uscite dalle fogne e piazzati tiratori scelti sui terrazzi del centro cittadino. Tutto secondo le regole dell’antiterrorismo. Ma la città si è presentata lo stesso accogliente per il Successore di Pietro. Il significato della visita di papa benedetto XVI è racchiuso nei suoi gesti e nelle sue parole. Nell’omelia egli ha tracciato l’importanza della devozione alla Vergine Maria “figlia di Sion ed archetipo del popolo che ha trovato la grazia agli occhi del Signore”. Ha approfondito il tema della riconversione, ripercorrendo le tappe di vita del Beato Bartolo Longo, prima di lui raccontata, insieme alle sue opere a favore della famiglia e dell’infanzia, dall’Arcivescovo-Prelato di Pompei Carlo Liberati. “Questa città da lui (Bartolo Longo; ndr.) fondata è la dimostrazione storica di come Dio trasforma il mondo, ricolmando di carità il cuore dell’uomo e facendone un motore di rinnovamento religioso e sociale”. Ad accogliere sul palco il Sommo Pellegrino è toccato al sindaco di Pompei, che gli ha donato le chiavi d’oro della città. “La presenza di Papa Benedetto XVI a Pompei è segno tangibile della sua predilezione per Pompei, Napoli, la Campania e tutto il Sud”. Ha commentato il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, tra gli applausi di giovani sacerdoti. Per quanto riguarda la festa popolare oltre il sagrato, è stata una giornata di grossi affari per bar e ristoranti di Pompei. Anche le bancarelle di oggetti sacri hanno venduto molto. Sono state lanciate specialità culinarie in ricordo dell’Evento. Un pasticciere locale ha proposto la “Papalina”. Si tratta di una variante della sfogliatella. Prende il nome dal copricapo del pontefice. Un ristoratore della zona ha proposto il piatto di “paccheri arricchiti di verdure locali”. Al momento mancano dettagli sul pranzo papale con i vescovi della Campania. Certamente saranno serviti piatti della tradizione napoletana.
Mario Cardone