È una giornata speciale questa per il Calcio amputati.
Una rappresentativa della Nazionale italiana e della Scuola FISPES, guidata dal Presidente FISPES Sandrino Porru, ha partecipato all’evento “Il calcio che amiamo” ospitato in Vaticano ed organizzato da Gazzetta dello Sport in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), FIGC e Lega Serie A.
L’incontro, che ha coinvolto oltre 5000 ragazzi e bambini calciatori provenienti da tutta Italia, è stato un momento per parlare dei valori del calcio e dello sport a 360°. La mattinata si è articolata in tre momenti di confronto tra personaggi di rilievo del mondo del calcio dello spessore di Roberto Mancini – CT Nazionale italiana, Javier Zanetti – vicepresidente Inter, ex giocatori di fama come Franco Baresi, Gianluca Pessotto, Clarence Seedorf e molti altri.
I temi affrontati sono stati: calcio come formazione, calcio come inclusione, calcio come divertimento.
Francesco Messori, capitano e fondatore della Nazionale Italiana Calcio Amputati, è stato coinvolto sul palco nel momento di approfondimento riservato all’inclusione. Queste le sue forti parole: “Per me il calcio è stato il mezzo più importante attraverso il quale sono riuscito ad abbattere i pregiudizi. Con il calcio io e i miei compagni di Nazionale riusciamo a dimostrare agli altri cosa siamo in grado veramente di fare. Non vergognatevi mai di quello che siete”.
L’evento si è concluso con il saluto di Papa Francesco che ha detto: “Il calcio è un gioco e rappresenta la felicità”.
La delegazione era composta dal Segretario FISPES Arianna Mainardi, membri dello staff federale, il CT della Nazionale Calcio Amputati Renzo Vergnani, i giocatori Daniele Piana e Marcello Cirisano, i bimbi della Scuola FISPES Ephrem Bona, Pietro Viganò e Riccardo Cattaneo accompagnati dai genitori.