Ovviamente nessuno era obbligato a comprare, tante persone sono accorse semplicemente per ammirare ciò che era esposto ed apprendere delle curiosità sul fantastico mondo del cioccolato”. “Non pretendiamo di piacere a tutti, i feedback negativi sono ben accetti in quanto ci aiutano comunque a migliorare la nostra organizzazione – dichiara il presidente di Millemani -. Ci spiace che queste critiche siano culminate in sterili polemiche, a tratti offensive, che a volte mobilitano le opinioni di persone che non conoscono me, nè gli altri organizzatori di CioccolaTorre, nè tantomeno hanno visitato l’evento. Non vorrei che questo evento avesse rappresentato per qualcuno un alibi per parlare male dell’Amministrazione comunale, che ha solo dato il patrocinio morale alla manifestazione, ci tengo a precisarlo… Considerate che CioccolaTorre ha portato nelle casse del Comune circa 2000 euro (relativi al pagamento della TOSAP, TARSUG, istruttoria pratica, SCIE, tasse di affissione e volantinaggio), non avevamo intenzione di chiedere contributi nè tantomeno lo faremo in futuro. Anzi, ci interesserebbe collaborare con l’Amministrazione per la programmazione di un calendario di eventi che siano a costo zero per il Comune e che possano portare un po’ di gente a Torre, oltre che favorire la comparsa del nome della nostra città su giornali, blog, portali, social network. Per CioccolaTorre, ad esempio, abbiamo collezionato più di 120 articoli in cartella stampa”. “Ne approfitto di quest’intervista per ringraziare i dirigenti, gli impiegati e tutti coloro che hanno speso una buona parola affinchè l’evento si svolgesse: sono stati veramente disponibili e hanno dimostrato grande professionalità nell’esaminare tutta la documentazione e nel farmi notare anche la più piccola imprecisione che ovviamente ho provveduto sempre a colmare – continua l’organizzatrice -. Mi sono ritrovata contro la signora che abita al secondo piano che si lamentava circa il fatto che le mancasse l’aria, il giornalaio della piazza che ha minacciato di incendiare me e l’intera piazza gridandomi contro e provocando l’accalcarsi attorno a me di una folla di passanti (manco fossi stata una strega), i vecchini (che io amo, ne ho due in casa ai quali tengo più della mia vita) che lamentavano di non aver più a disposizione le panchine (ed invece ce ne erano di disponibili), e il parroco della Basilica che – già annoiato per quanto è successo a Natale (evento di cui io non sono responsabile, in quel caso le casette sono state pagate dal Comune)”. “Sono una persona molto mite, ragion per cui ho cercato un dialogo con tutti – conclude Consiglia Izzo -. Ora capisco perchè tutti i miei coetanei sono scappati, ora capisco perchè l’ingegnere che mi ha seguito durante la stesura della documentazione preliminare all’evento – mio coetaneo – mi ha ripetutamente chiesto ‘come fai ancora a difendere la tua città?’, ora capisco perchè tante persone di Torre che conosco non spendono più a Torre… C’è del marcio, che io mi ostino a non vedere, ma che in tanti hanno già visto da tempo!”.
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 9 marzo 2016