Mancano meno di tre mesi alla Festa dell’Immacolata e il segno che la ricorrenza è così vicina è stato dato sabato 19 settembre con l’esposizione nella Basilica di Santa Croce, così come da tradizione, del 154° Progetto del Carro trionfale dell’Immacolata 2015 .
Il Maestro Cirillo è già all’opera per la realizzazione artistica del Carro trionfale di quest’anno, che prevede anche 7 bassorilievi. Invece a Riccardo Lamberti, cosi’ come avviene dal 1998, è affidata la realizzazione materiale dell’intera struttura del Carro.
Il titolo del 154° Carro trionfale è “Maria, icona della tenerezza di Dio”, dedicato al tema della Misericordia, accogliendo l’invito del Santo Padre Francesco (che quest’anno ha indetto l’Anno Santo della misericordia).
Il carro trionfale anche se molto semplice nelle linee e negli elementi decorativi, da un po’ di anni, è diventato, una catechesi itinerante, una catechesi, un messaggio che passa per le strade della città e che vuole entrare nel cuore dei devoti dell’Immacolata.
Venendo ai segni e ai simboli del carro: l’intero castelletto, dove poggerà l’Immacolata, è decorato da sette bassorilievi, quattro dei quali, più piccoli, ricoprono la base del carro e raffigurano i simboli dell’arte, della fede e della cultura torrese e cioè il cuore, il corallo, la conchiglia e le perle.
Sulla parte posteriore del carro è posta la Porta Santa, segno del Giubileo Straordinario indetto da Papa Francesco, che si aprirà proprio l’8 dicembre 2015 e si concluderà il 20 novembre 2016. Essa è simbolo del passaggio dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dalle tenebre alla luce.
Sempre sul retro, in prospettiva dalla Porta Santa, si vede il primo dei tre bassorilievi più grandi che decorano il carro trionfale.
Raffigura l’immagine di Gesù Buon Pastore che con estrema misericordia carica su di sé l’umanità. Gesù carica sulle spalle una pecora, immagine dell’uomo smarrito. La lettura di questo bassorilievo, getta luce sugli altri due (posti ai lati del castelletto): la natività e la fuga in Egitto.
Ancora una volta è la “casa” di Nazareth, la famiglia di Gesù, che viene scelta come modello da seguire nella vita cristiana. Contemplando la Sacra Famiglia di Nazareth, siamo invitati a guardare con gli occhi della misericordia, con gli occhi stessi di Gesù, le “periferie esistenziali” del nostro vivere quotidiano: la famiglia – minacciata nella sua natura dalle attuali politiche sociali e spesso messa alla prova dalla mancanza di lavoro e di prospettive future – e gli immigrati, costretti a richiedere asilo in terra straniera per sfuggire agli orrori della guerra. Sulla parte anteriore del carro, l’angelo che reca l’Annunzio alla Vergine Maria.
Ascione Luigi
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