Da centocinquantaquattro anni Torre del Greco rinnova la tradizione religiosa dell’Immacolata, nella Basilica Pontificia di Santa Croce, per ricordare la grazia ricevuta nel 1861. Fu, infatti, l’immagine della Vergine Maria che rivolta verso il Vesuvio dalla popolazione ormai disperata, scongiurò una nuova catastrofe per la cittadina, già duramente provata in precedenti eruzioni vulcaniche. Da allora Torre del Greco non ha mai interrotto, neanche durante il periodo bellico e il terremoto del 1980, il suo omaggio a Maria.
La “liturgia” della festa inizia il 30 novembre con la Novena, ma qualche giorno prima col collocare la statua della Madonna sul carro devotamente preparato,inizia la festa vera e propria.
Alla festa dell’Immacolata, non solo religiosa ma anche popolare, concorre tutta la città , a cui si aggiungono i molti torresi residenti in altre città , italiane ed estere, che tornano a Torre proprio in coincidenza con la festa dell’Immacolata dell’8 dicembre.
La festa oltre ad osservare il culto vero e proprio, rispetta quella parte di folklore e tradizione che qui ha radici profonde e trova ancora rispondenza sincera. Terminata la processione il carro, che quest’anno è dedicato al Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco, viene ricondotto all’interno della Chiesa dove rimarrà in esposizione per otto giorni.
La Basilica, che accoglie il carro votivo, fu fondata dal Beato Vincenzo Romano nel 1796 con l’aiuto concreto di tutti i torresi che prestarono la loro forza lavoro, oltre ad adoperarsi fattivamente nel recupero di oboli ed offerte.
E la volontà collettiva fu tale che, ben presto, Torre riedificò la Basilica sul luogo della precedente di età cinquecentesca distrutta dall’eruzione del 15 giugno 1794. Solo il campanile si salvò, rimanendo però in parte sommerso ed oggi costituisce una attrattiva anche turistica essendo l’unico campanile, in Italia, più basso della chiesa. La Basilica Pontificia — che fu visitata da Pio IX nel 14 settembre del 1849, quando durante la breve e gloriosa rivoluzione romana sì rifugiò presso il re di Napoli, e da Giovanni Paolo II nel 11 novembre 1990 – è oggi retta da Don Giosuè Lombardo, coadiuvato da Don Domenico Panariello.
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 25 novembre 2015