Torre del Greco – Si è conclusa ieri la kermesse della “Festa dei 4 Altari”, con un rutilante e apprezzato spettacolo pirotecnico presso il porto di Torre del Greco.

Il ritorno della celebre festa, dopo 16 lunghissimi anni di pausa, ha raccolto il plauso della stragrande maggioranza dei torresi.



L’impresa non era facile e il successo non era scontato (per la cronaca: qualche critica e qualche malcontento, come prevedibile in questi casi, comunque sono stati espressi). Tuttavia i giudizi favorevoli sono nettamente superiori ai pareri discordi, e, nel complesso, il bilancio è senza dubbio positivo.

Senza fare l’elenco di tutti gli artisti e tutte le centinaia di persone che hanno dato il proprio prezioso contributo, doveroso dare atto al Sindaco Luigi Mennella e al direttore artistico, Gigi Di Luca, di aver profuso impegno, energia e competenza nell’impianto di un evento oggettivamente complesso e molto articolato.

Come ampiamente testimoniato dai social e dai media, davvero c’è stato l’imbarazzo della scelta, tanti sono stati gli eventi, le installazioni e le performance artistiche .

Dai reading attoriali ai magnifici concerti in piazza (con nomi altisonanti del calibro di Max Gazzè, Enzo Avitabile e La Maschera), senza dimenticare tanti strepitosi artisti esibitisi in Villa Comunale , dalle pièces teatrali nei vicoli antichi (con le compagnie storiche di Gino Roma, Rosalba Pernice, il Teatro di Donna Peppa) ai video mapping in Piazza Santa Croce, dalle luminarie  ai tappeti e  gli altari, opera di tanti straordinari maestri, fino ad arrivare alla magia dello spettacolo pirotecnico finale.

Ma, probabilmente, il successo di un evento si misura anche dai piccoli “frame”, da quei frammenti di vissuto che ciascuno ha potuto cogliere in giro in questi tre giorni.

Ad esempio: il giovane chitarrista, bravissimo e sorridente, che si esibisce in uno spettacolo in Villa Comunale, dopo estenuanti prove nella canicola di un luglio torrido, per poi, finito il concerto, scappare col peso dei suoi strumenti addosso, farsi largo tra la folla, raggiungere via Comizi e continuare a suonare fino a notte fonda. Oppure il decano della Banda ACMT che, dopo aver suonato per ore ed ore, raggiunge sgattaiolando i colleghi nella Casa del Combattente con l’energia di un ventenne. E ancora: signore anziane, con la messa in piega fatta e il vestito fiorato, che fanno la fila all’ascensore per andare in Villa a sentire la musica; la bimba con le treccine che balla la taranta da vera professionista mentre sbocconcella un panino;  l’anziano che scatta in piedi e prende a ballare le cover di Peppino di Capri. E infine: la gente in pigiama che applaude ai balconi lo spettacolo notturno dei fuochi d’artificio.

Scene che raccontano di tante persone per bene che rivendicano la propria città e i propri spazi.

 

Marika Galloro