Si tratta di arte “in viaggio”, che asseconda la velocità del mondo contemporaneo ed adempie a quelle che sono le sue principali caratteristiche. Essa diviene così per i “viaggiatori”: familiare, sociale e oltrepassa il concetto di decorazione, perché, in quanto complessa e colorata, attira strategicamente l’attenzione del cittadino, che viene cullato durante la sua routine quotidiana. Francesco Ferone giovane fotografo ha saputo analizzare e nel contempo immortalare questi momenti quotidiani, cercando di trasmettere qualcosa che documentasse questa quotidianità frenetica. Come poter classificare le immagini di Ferone? I suoi scatti sono flash di colori e luci; alcuni hanno come tema principale, la figura umana, taluni, ancora, nel virtuosismo della rielaborazione grafica, appaiono quasi come scene generate dalla pura luce.
Ad uno sguardo poco attento, insomma, si riesce a cogliere un filo conduttore un tema assoluto. In realtà, e basta farsi sommergere dai mondi immaginati dall’artista per capirlo, le impalpabili sensazioni dei viaggi fatti attraverso le sue azioni del suo linguaggio metropolitano, questi sono i reali protagonisti dei lavori di Ferone ,che da giovane fotografo evidenzia la bellezza dell’arte come linguaggio di massa . Come teorizzato da André Breton nel manifesto del Surrealismo del 1924, l’artista doveva operare in una sorta d’automatismo psichico, ovvero quel processo in cui l’inconscio, quella parte di noi che emerge durante i sogni, riaffiora anche quando siamo svegli e ci permette di associare libere parole, pensieri e immagini senza freni inibitori e scopi preordinati. Seguendo quest’insegnamento la vera forza delle immagini di Francesco Ferone non sta nell’impulsività e nella frenesia dell’impeto creativo, seppur essi regalino molta forza e carattere agli scatti; ma sta nel ritrovamento di una frazione del vissuto quotidiano, non solo quello dell’artista, che prende le scene dal bacino delle proprie esperienze e ricordi, ma anche del vissuto degli astanti. Ogni scatto è un caleidoscopio in cui le immagini dei viaggi di Ferone ci fanno ritrovare i nostri tempi e i nostri vissuti”.