Inaugurata lo scorso 30 novembre presso l’ex Palestra GIL di Torre del Greco “Gli Ultimi Canti”, la personale del Maestro Ciro Adrian Ciavolino, apprezzato artista torrese, nonché uno dei massimi rappresentanti della Ciro-Adrian-Ciavolino-Mostra-2014

pittura figurativa moderna napoletana. La mostra, visitabile sino al prossimo 21 dicembre, parte da un progetto nato qualche tempo addietro dalla collaborazione tra il Maestro Ciavolino e il compianto Gennaro Di Cristo, dirigente scolastico ed intellettuale tra i più illuminati nella storia culturale della nostra città. Un percorso non facile, un lavoro intenso che ha visto coinvolta la precedente amministrazione comunale, oltre che quella attuale, come ha attestato la presenza dell’Assessore alla Cultura Alessandra Tabernacolo e il Capo Gabinetto Luigi Pepe.

I visitatori potranno constatare personalmente il risultato finale di questo progetto, ovvero un’ esposizione ricca ed articolata in nove sezioni : La Storia, Emma Hamilton-Una Lady alla Corte dei Borbone, Giacomo Leopardi-Gli Ultimi Canti, Preludio, Primo Intermezzo, Le Quattro Stagioni, Secondo Intermezzo, San Gennaro è passato di qui, Le Ultime Lune. In queste opere è racchiusa, pertanto, una significativa parte della produzione artistica dell’Autore, che, a sua volta, contiene molto della storia e della cultura cittadina.

Torre del Greco, infatti, ha una tradizione culturale ed artistica di rilievo, intrisa di suggestioni letterarie, pittoriche, architettoniche, paesaggistiche e artigianali. Ciro Adrian Ciavolino, innamorato della sua città, ha voluto suggellare il suo orgoglio torrese donando al Comune quattro sue tele, visibili nella mostra, che rappresentano altrettanti momenti significativi di Torre. La prima, “Lucrezia D’Alagno ed Alfonso d’Aragona”, immortala le vicende storiche del 1450, epoca in cui il nobile spagnolo si innamorò di una bella fanciulla torrese; la seconda, “La Nuova Città-il riscatto baronale”, evoca il momento in cui il popolo elesse Giovanni Langella quale primo Barone. La terza, “ il Beato Vincenzo Romano, eruzione del 1794”, rappresenta l’amatissima figura del religioso , affiancata da un giovinetto che rappresenta la rinascita della città, dopo la furia devastatrice del Vesuvio. La quarta, infine, fotografa una scena impressa nella memoria collettiva dei torresi, “Il ritorno delle coralline”, le storiche imbarcazioni che hanno contribuito a rendere famosa in tutto il mondo la tradizione della pesca e della lavorazione del corallo, simbolo della nostra città.



Ma lo spettatore che avrà la fortuna di visitare la mostra, curata dall’architetto Orsola Corrado, potrà apprezzare le linee, i colori, la leggiadria e la forza espressiva di tutte le opere in essa esposte. Sia che racconti un pezzo di storia partenopea, come nella sequenza dedicata a lady Hamilton, sia che rappresenti la sensibilità artistica di Leopardi, o che celebri la bellezza femminile, come nelle tele delle Ultime Lune, Ciavolino riesce a coinvolgere e ad emozionare con la sua pittura, restituendoci quella “imago urbis” che iscrive nella storia la nostra città, come si legge nella bella prefazione di Giuseppe Sbarra al Catalogo.
Marika Galloro