Torre del Greco – Dopo tre giorni di arte, musica e spettacoli cala il sipario sulla rinata Festa dei Quattro Altari. L’edizione 2024 è servita a riannodare il filo della storia che era stato interrotto sedici anni fa e a segnare un nuovo inizio per i torresi e i turisti le cui presenze, a tutti gli eventi, hanno fatto registrare il sold-out. Significativa la partecipazione di stranieri ma anche di tante famiglie emigrate che sono arrivate anche dall’estero per rivedere la “Festa dell’Ottava” che celebra il Corpus Domini e il riscatto baronale.

Piazze piene e strade brulicanti di adulti e piccini, hanno dimostrato che il ritorno della Festa firmato dal sindaco Luigi Mennella, è stato condiviso dai cittadini che hanno molto apprezzato anche le scelte artistiche del direttore Gigi Di Luca. Un successo a trecentosessanta gradi che ha riportato la quarta città della Campania sotto i riflettori, al centro delle cronache culturali nazionali. L’obiettivo dell’amministrazione che, guarda con ottimismo alla prossima edizione, è la promozione del brand Torre del Greco.



“I numerosi attestati di stima ricevuti in questi giorni dai cittadini, sono la ricompensa più importante agli sforzi profusi”, dice il sindaco Luigi Mennella. Ringrazio i torresi e ringrazio il gruppo di lavoro che ha reso possibile tutto questo: il dirigente Gennaro Russo e i componenti dell’ufficio Cultura. Un grazie che va esteso al direttore artistico Gigi Di Luca, che ha dato un’importante impronta all’atteso ritorno della festa”.

Ed è nel momento dei bilanci che il sindaco Luigi Mennella fa un’altra promessa: “I Quattro Altari di quest’anno rappresentano solo l’inizio. A breve ci metteremo al lavoro per l’edizione 2025”.

Snocciola numeri il direttore artistico che parla di “successo straordinario per la massiccia partecipazione di pubblico”.

Duecento artisti, diciannove spettacoli, due convegni, una mostra omaggio al maestro Raffaele de Maio, una estemporanea pittorica a cura dell’Accademia di Belle Arti, un’installazione della tradizione del Corpus Domini di Barcellona, un videomapping e naturalmente 4 altari e 4 tappeti fatti con segatura e pigmenti colorati.

“Abbiamo realizzato”, conclude Gigi Di Luca, “una festa contemporanea per il recupero di una memoria collettiva che si è saputa rinnovare mantenendo fermi i punti cardine della tradizione. Abbiamo parlato a tutti offrendo un cartellone di qualità e si è rivelata vincente la formula della
contemporaneità degli eventi, della multidisciplinarietà della proposta
artistica, della moltitudine dei luoghi e delle produzioni artistiche
originali.