Si chiude tra gli applausi l’ultima opera presentata quest’anno dall’Associazione Teatrale Gianni Pernice: “Una sola era bona… ‘a facettero maronna”, portata in scena presso il teatro Don Orione nei weekend del 22-23 e 29-30 novembre. La commedia brillante, ispirata ad uno dei lavori del grande Scarpetta, si snoda
attraverso una trama spassosa e dai tratti spiccatamente comici, che non avanza troppe pretese se non quella di regalare al pubblico due atti di puro divertimento. La vicenda narra della disgraziata sorte della bella Sofia ( Ester Giobbe), una giovane fanciulla sedotta ed abbandonata da un facoltoso avvocato, la quale, dopo aver trascorso un periodo in città prestando servizio presso la casa dei ricchi baroni “Giganti” (Francesca Romano, Cristina Accardo e Raffaele Adamo), torna al paese d’origine nelle vesti di una donna ammaliante e disinibita, con la promessa da parte delle due baronesse che l’hanno educata, di ottenere una ricca dote non appena trovi marito. Grazie all’aiuto della madre Giulietta (Rosalba Pernice), che tanto si crucciava di non riuscire più a trovare un buon partito per la figlia già “disonorata” in giovane età, Sofia viene promessa al campanaro Martino Corniola (Vincenzo Bruno) , un giovane ingenuo e facilone che crede ciecamente nella (finta) castità della sua futura moglie. Prossimi alle nozze, i due si preparano a ricevere la dote bramata, quando proprio all’arrivo delle baronesse, Martino è costretto ad allontanarsi per questioni di lavoro: per non destare sospetti nelle due nobili e non perdere la somma promessa, prenderà il suo posto il musicista squattrinato Don Saverio (Nunzio di Somma) pronto a fingersi marito di Sofia. Da qui ha inizio una serie di peripezie che svelerà vizi e capricci dei vari personaggi coinvolti nella vicenda: a partire dalla goffa cugina di Sofia, Tanella Zuccona (Agnese Granato) che, in cerca di emancipazione, suole frequentare posti di malcostume a dispetto della volontà del padre Alfonso (Peppe Granato), uomo rude che la vuole legata alla vita di campagna. Per passare poi ai tre domestici Cusemiello Cenzina ed Orsolina (Aniello Pernice, Laura Battiloro e Annachiara Granato) maliziosi e ficcanaso, pronti a mettere il loro zampino dappertutto. Ed Ancora Don Pasquale (Carmine Bruno), l’arrivista corteggiatore di donna Giulietta; i tre scugnizzi di paese Ciruzzo, Pinuccio e Mimi (i piccoli Michele Bruno, Angelo Pio Nocerino e Fabrizio Narducci) per finire con la stessa famiglia dei baroni Giganti che, dietro tanto ostentato contegno, si mostrano deboli di spirito e soprattutto di carne.
Tra intrighi e buffe vicissitudini (che pure troveranno il loro lieto fine) chiaro emerge il messaggio: ognuno ha i suoi scheletri nell’armadio con i quali è sempre chiamato a fare i conti.
Un lavoro che ha saputo divertire il pubblico, accorso sempre numeroso, e che ha fatto ridere senza mai risultare banale o spinto :” La difficoltà delle opere comiche sta proprio in questo – commenta la regista Rosalba – nel cercare di non scadere nella banalità. Inoltre adattare un testo d’epoca ai gusti moderni non è un lavoro semplice soprattutto perché ci presentiamo ad un pubblico attento ad ogni dettaglio: anche una trama leggera come questo richiede il giusto impegno”. Il testo, completamente riadattato dalla regista con l’aggiunta di momenti musicali, ha inoltre puntato molto sulle figure femminili della vicenda, che hanno totalmente dominato la scena :”E’ una mia attitudine – continua Rosalba – quella di tirare fuori il meglio (o anche il peggio talvolta) da ogni personaggio femminile che rappresentiamo in scena, e di cui tendo sempre ad accentuare il profilo”.
L’associazione proseguirà il laboratorio teatrale, concentrandosi sui progetti in cantiere per l’anno nuovo: “Spero di riuscire a ripetere il buon lavoro fatto quest’anno – conclude la regista – e di proporre tre nuovi spettacoli variando sempre nella scelta del genere”.
Maria Panariello