I modo di dire che si ascoltano per le strade, nelle scuole e nelle famiglie sono sempre molto centrati ed appropiati.
Tra i tanti modi di dire a Napoli c’è questo: “Tene’ ’e recchie ’e pulicane” (che tradotto vuol dire “Avere le orecchie del pubblicano”).
Nel tempo, negli anni, il modo di dire si è tramandato di padre i figlio ed è ancora molto usato in Campania per indicare una persona alla quale non sfugge nulle, che riesce a sentire ed ascoltare anche ciò che facile non è.
Il pubblicano, per la precisione, era un antico funzionario dell’Erario romano incaricato di riscuotere le tasse.
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E’ facilmente immaginabile quanto un esattore possa essere molto attento a cogliere anche le voci che lo avrebbero portato a scoprire degli evasori.
Il modo di dire, naturalmente, metaforicamente indica una persona che ha, quindi, un udito straordinario per ascoltare fatti altrui.
Una figura talvolta paragonata a quella dell’impiccione.
Ma tale espressione, a volte, viene attribuito anche un senso positivo: lo si dice di chi riesce a captare parole e dettagli anche a notevole distanza più di quello che riescono a sentire gli altri.