L’assise presieduta da Michele Carbone, ha votato all’unanimità la mozione con cui si chiede il ritiro del disegno di legge e la riforma del titolo V della Costituzione, nonché l’avvio di un dialogo tra Governo, Parlamento, Regioni e Autonomie locali.
Un impegno che l’amministrazione intende prendere unitamente e di supporto all’ANCI, dinanzi alla crescente preoccupazione per le diseguaglianze sociali che tale disegno di legge, così elaborato, comporterebbe.
Il divario riguarda molti temi: dalle infrastrutture ai trasporti, dalla distribuzione dell’energia alla sanità, per non parlare della Scuola. In particolare rispetto a questi ultimi due argomenti, appare evidente che l’attuazione delle maggiori autonomie nella tutela della salute darà il colpo di grazia al Servizio Sanitario nazionale, legittimando normativamente il divario tra Nord e Sud.
Così come la Scuola: il nuovo disegno di legge porterebbe un taglio di circa 150 presidi scolastici, solo in Campania sono previste 150 fusioni , con la conseguenza di un impoverimento culturale e un aumento della dispersione scolastica.
Il rischio concreto quindi è quello di avere cittadini di serie a e di serie b, in quanto sulla scia del criterio della spesa storica, le regioni oggi dotate finora di maggiori servizi riceveranno più soldi, mentre le altre resteranno al palo, violando quindi il principio di uguaglianza tutelato dalla nostra Costituzione.
Prima di poter parlare di autonomia differenziata e quindi di nuove attribuzioni alle regioni, bisogna ragionare di LEP (livelli essenziali di prestazioni), ovvero quei servizi pubblici e sociali che devono essere garantiti a tutti i cittadini ovunque essi risiedano.
Dobbiamo scongiurare la sottrazione di ingenti risorse alla collettività nazionale e la disarticolazione di servizi, i quali per il loro ruolo nel funzionamento del sistema paese, dovrebbero invece avere necessariamente una struttura unitaria e a dimensione nazionale.
È un momento difficile, dividere ulteriormente il nostro Paese impoverendo ancor di più chi ha meno e chi ha avuto meno in questi anni è pericoloso e deleterio.
Per questo il Consiglio Comunale di San Giorgio a Cremano, che ringrazio per l’unita dimostrata, sostiene le iniziative dell’ANCI, schierandosi a favore di azioni lungimiranti basate su un’attenta programmazione e soprattutto illuminate da una politica “nazionale”. Lo ha dichiarato il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno.