Roma – Riceviamo e pubblichiamo:

Riapertura terza fascia per aggiornamenti e nuovi inserimenti.
Lottiamo uniti per i nostri diritti!

Siamo i docenti precari e neolaureati che avrebbero voluto inserirsi in terza fascia in occasione
dell’aggiornamento delle graduatorie previste per l’anno 2019/2020.



Ora vediamo i nostri diritti, quelli inviolabili della costituzione, disconosciuti. Per questo citiamo gi
articoli 4 e 35 della nostra Costituzione:
Art.4: “ La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che
rendano effettivo questo diritto …”
Art. 35 “ La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e
l’elevazione professionale dei lavoratori…”.
Infatti, il precedente decreto scuola recita: «In occasione dell’aggiornamento previsto nell’anno
scolastico 2019/2020, l’inserimento nella terza fascia delle graduatorie per posto comune nella
scuola secondaria è riservato ai soggetti precedentemente inseriti nella medesima terza fascia
nonché ai soggetti in possesso dei titoli di cui all’articolo 5, commi 1, lettera b), e 2, lettera b), del
decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59 per i nuovi inserimenti ».

Ora che i nostri diritti sono negati, siamo pronti per lottare a dimostrazione del fatto che, se
lasciamo in mano del silenzio la nostra causa, rischiamo di fare il gioco di chi ci vuole schiavi e
senza alcuna dignità.

Tutto questo sta accadendo anche a causa di coloro che, con la propria indifferenza, ci stanno
lasciando in completa solitudine.

Gran brutto paese è l’Italia: non solo per colpa dei nostri governanti ma anche a causa degli
italioti, quelli che guardano solamente il proprio orticello voltando le spalle al proprio vicino in
caso di bisogno, ad eccezione di quando possono trarne benefici di qualsiasi natura, che siano
economici o di immagine.

Ci siamo stancati. Abbiamo deciso che è giunta l’ora di scendere in campo, uniti, e far sentire la
nostra voce anche senza il sostegno di rappresentanti politici o dei sindacati.
Siamo tanti, vogliamo lottare.

Siamo docenti precari, ragazzi e ragazze, padri e madri di famiglia che amano questa professione e
vogliono lavorare. Abbiamo dovuto fare enormi sacrifici e spendere tantissimi soldi per aggiornarci
e formarci ai fini dell’apertura della graduatoria 2019/2020.

Migliaia di euro spesi per corsi di formazione, 24 cfu, master, certificazioni e tanto altro.
Nonostante la nostra preparazione, oggi ci ritroviamo nel limbo del precariato e della
disoccupazione grazie ad un ministro che non ci ascolta, non vuole saperne, non si mette nei panni
di chi suda ogni giorno a testa alta e con trasparenza per sopravvivere.

Per anni abbiamo dovuto subire scelte scellerate a causa di una instabilità di governo che va avanti
da anni e cambia le carte in tavola ad ogni mandato. Per anni abbiamo dovuto abbassare la testa e
rincorrere le nuove direttive dei vari governi. Siamo stanchi. Ora basta!
Siamo cittadini attivi, parte di questa società, e come tali oggi ci presentiamo.

In Italia, l’insegnamento è un mestiere sottopagato e con una considerazione molto bassa a rischio
burnout provocato dalla struttura burocratica soffocante e non meritocratica che imbriglia anche
le migliori intenzioni. Spesso le mortifica. Se gli insegnanti non gettano la spugna, è per la
vocazione che nutrono e le soddisfazioni che ricevono dai ragazzi.
Dopo un percorso universitario, con due lauree, dottorati di ricerca, master, 24 cfu, certificazioni
di ogni genere, ci dobbiamo imbattere in concorsi sterili a crocette che non tengono affatto conto
del concetto di meritocrazia e mortificano la nostra intelligenza, preparazione e vocazione.
Cos’altro volete inventarvi? Avere due lauree, dottorati di ricerca, master, 24 cfu, certificazioni,
può bastare per avere accesso all’insegnamento scolastico oppure dobbiamo scontarla ancora?
Non siamo marionette, siamo persone comuni che combattono per i propri sogni e ambizioni, con
le speranze di chi ancora non è morto dentro.

Non riaprire la terza fascia significa legittimare una mobilità degli insegnanti a costi onerosi senza
alcuna tutela. I precari con le Mad vengono chiamati con sistemi opachi, con graduatorie spesso
discrezionali e attraverso favoritismi, conoscenze dirette e per periodi così brevi da non garantire
la possibilità di un sostentamento dignitoso e neanche l’accesso alla NASPI.
“Il ministro vuole che i docenti debbano fare didattica a distanza obbligatoriamente, attraverso
una trasformazione nel modo di insegnare, e noi dovremmo adeguarci e il resto del settore scuola
(segreterie specialmente) non potrebbero attrezzarsi pure loro? Noi si, loro no!!! Ma non doveva
essere l’era della digitalizzazione?”

Ci chiediamo se questo governo abbia realmente preso in considerazione le nostre richieste, siamo
tanti e non ci fermeremo!

Chiediamo di riaprire le graduatorie 2019/2020 come previsto dal precedente decreto ed
elaborarle tramite procedura Sidi e in forma telematica. Per i nuovi inserimenti possono essere
valutate diverse soluzioni, ad esempio il riconoscimento SPID o tramite webcam. Il
disconoscimento dei nostri diritti è ingiustificato in quanto non si comprende la ragione effettiva
per cui i concorsi si espleteranno regolarmente, nonostante l’emergenza sanitaria, e la riapertura
delle graduatorie no, dato che non è previsto nessun assembramento di persone e potrebbe
essere gestito tutto in modalità telematica.

Rammentiamo che questa è l’era della tecnologia. Una tecnologia che fa passi da gigante.
Pertanto, è opportuno adeguarsi e aggiornarsi al fine di non rimanere indietro con il rischio di
creare ancora più disoccupazione che, per un paese emancipato come il nostro, è imbarazzante.
Tuttavia, non esiste alternativa: la tecnologia non torna indietro e adattarsi è il modo migliore per
raggiungere importanti obiettivi comuni.

Con due righe il governo taglia i diritti di milioni di lavoratori che ancora credono nel futuro e nel
proprio paese.

Il Governo intende procedere a una deregolamentazione del diritto del lavoro o, propriamente,
all’abbassamento delle tutele per i lavoratori, adeguandosi così al minimo richiesto
dall’ordinamento europeo. La riduzione delle tutele potrebbe incidere molto sul diritto del lavoro:
direttive e regolamenti europei pongono, infatti, regole di base, si limitano cioè a richiedere un
trattamento minimo che gli Stati membri possono aumentare.
Gli studenti hanno il diritto di sognare un futuro!
I neolaureati hanno il diritto di essere inseriti in una graduatoria dopo anni di studio!
Chi ha una famiglia ha diritto di chiedere l’avvicinamento il cambio di provincia per poter stare
vicino ai propri cari!

Gli insegnanti chiamati da MAD hanno diritto di essere tutelati!
I precari hanno diritto di essere stabilizzati!
I docenti hanno diritto di aggiornare la graduatoria, dopo sacrifici onerosi e tempo speso per la
formazione!
Noi difendiamo i nostri diritti e non ci arrenderemo se il governo non farà un passo indietro.
Uniti per i nostri diritti!

Saluti da chi non si sente più rappresentato dal proprio governo:
Precari storici
Docenti terza fascia
Neolaureati
Studenti Universitari