L’ex presidente del consiglio comunale, Filippo Colantonio, chiede, tramite un documento ufficiale l’annullamento della convocazione della riunione consiliare del 4 febbraio per un “errore di interpretazione normativa dovuta all’inesperienza del ruolo” del suo successore alla carica di presidente, l’avvocato Gaetano Frulio.
“Interpretando – si legge – infatti la norma statutaria al Titolo 1 Capo 1 ( funzioni ) art. 5 comma 5 , la mancata convocazione di un Consiglio nel mese di gennaio stride palesemente con quanto da Lei decretato nell’ultima Conferenza di capigruppo”. A questo punto Colantonio va oltre dando due valutazioni di ordine “procedurale-politico”. “E’ apparso poco opportuno – chiosa Colantonio – non esprimere una propria volontà nella decisione di calendarizzare un consiglio monotematico (sulla criticità del servizio di nettezza urbana) richiesto secondo i dettami statutari dall’opposizione, declinando le proprie responsabilità in uno scarno verbale che non rende edotti su quali dinamiche si è svolto il dibattito (riferitomi però da numerosi partecipanti) che ha portato i richiedenti a riconsiderare la richiesta”. “E’ suo dovere essere super partes – continua – e se lasciasse sempre votare le decisioni senza indirizzarle , la maggioranza ovviamente avrebbe sempre la meglio; Lei così ha svilito il ruolo istituzionale e l’essenza della imparzialità, ma voglio ricordarLe che come presidente è il solo destinatario della scelta dell’ordine del giorno dei Consigli Comunali e che la conferenza va svolta in modo consultivo e programmatico per l’organizzazione dei “lavori” consiliari, così come recitano l’art. 51 e 61 comma 1 del Regolamento”. Poi arriva un appunto “forte”: “Appare ancor più straordinaria la scelta fatta , poiché la richiesta democratica e legittima era proposta dalla parte politica della ‘sua maggioranza’, ovvero dei 7 voti della opposizione su 13 che l’hanno fatta eleggere, rappresentando nei fatti un opportunismo alla bisogna che un neofita della politica come Lei non può incoraggiare, ma sono certo che è stato indotto a farlo”.
“ Invero – spiega -, quello che appare ancora più stridente è che il tema in essere riguardava un suo cavallo di battaglia e che più volte proprio Lei ha richiesto finanche le dimissioni dell’assessore al ramo”. In ultimo arriva anche il suggerimento su una “via d’uscita”: l’annullamento del consiglio comunale di febbraio potrebbe essere superato con “la calendarizzazione di un altro Consiglio nel mese di gennaio, come previsto dallo Statuto del Comune di Torre del Greco”.
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