Scontro in aula sulla delibera che aumenta il costo per la raccolta dei rifiuti. Fuoriuscita di quattro consiglieri dal gruppo dell’UDC
Dopo aver dato un’occhiata ai giornali del dopo consiglio comunale (svolto la sera del 30 aprile), Gennaro Malinconico si è guardato allo specchio con l’aria di chi è soddisfatto. Per l’avvocato penalista “salito in politica” – per dirla alla Monti – cominciano a diradarsi le ombre che rischiavano di oscurarlo e di rimetter e in discussione la sua gestione della quarta città della Campania, per la latitanza della sua giunta tecnico-politica sulle problematiche cittadine e per le critiche degli stessi elettori che lo hanno consacrato sindaco di Torre del Greco. A farlo sorridere sono state prima di tutto le dichiarazioni di Filippo Colantonio, il suo ex braccio destro a Palazzo Baronale che dopo aver tentato di indirizzare Malinconico sulla scena della politica locale adesso si lancia in strali che hanno la stessa dolcezza di un gelato al veleno e che parlano, in relazione alla votazione della delibera approvata nell’ultimo consiglio comunale, che prevede una spesa aggiuntiva di 70mila euro al mese per effettuare il servizio di raccolta dei rifiuti (che racchiude le spese per lo straordinario notturno e l’assunzione di trenta nuovi operatori ecologici) espletata dalla Eco Ego; di “reiterate e accorate indicazioni di esponenti tecnici per l’ottenimento di volontà non condivise”. Dopo aver ceduto nei confronti dell’assessore tecnico-politico al ramo, Francesco Balestrieri, sulla possibilità di incrementare la spesa per la raccolta e lo spazzamento della città, è convinto che in poco tempo Torre del Greco possa diventare linda e pinta come non lo è mai stata prima, e potersi così finalmente avere una riabilitazione agl’occhi dell’opinione pubblica, che da un po’ di tempo a questa parte sta iniziando a rimpiangere l’Amministrazione passata, guidata dal sornione Ciro Borriello. L a sua aria soddisfatta gli proviene anche per le conseguenze che tale delibera ha portato nell’Udc (il partito che, avendolo indicato come candidato di bandiera alle passate comunali, si sente in diritto di avere un certo peso nelle decisioni politiche che si devono prendere quotidianamente). Infatti, a seguito della decisione di aumentare la spesa per la raccolta dell’immondizia, il primo partito a Palazzo Baronale si è sfaldato: quattro consiglieri su cinque (il presidente del consiglio comunale, Filippo Colantonio; il capogruppo, Gaetano Frulio; Antonio Donadio e Ciro Di Donna) hanno abbandonato il gruppo (ma n on il partito a livello nazionale), lasciando di f atto a rappresentare il partito di Casini il solo Vittorio Guarino, fedelissimo del consigliere provinciale Alfonso Ascione, l’unico ad intestardirsi (insieme al sindaco) sulla riconferma di Balestrieri ad assessore e a voler approvare ad ogni costo la delibera dello strappo. Dall’altra parte della barricata, anche se non sono messi meglio, hanno provato a fare qualcosa per contrastare il rialzo del costo mensile per la raccolta dell’immondizia (a proposito, secondo lo stesso Balestrieri, l’aumento della bolletta dovrebbe essere impercettibile), ovvero: l’opposizione ha chiesto che su quest’atto ci sia un controllo aggiuntivo da parte della Procura e della Corte dei conti, per sancirn e in maniera netta la sua regolarità. Per la cronaca, la delibera è passata con 16 voti a favore (unico assente giustificato della maggioranza è stato Domenico Perna, di Nova Civitas), hanno votato contro, invece, solo Antonino Lopez, di Futuro e Libertà, e Rosario Luccio, d ella lista civica Borriello Sindaco; mentre, il resto della minoranza ha pensato bene di andar e a prendersi una boccata d’aria fuori dalla stanza dove ci si apprestava al rito della votazione. La spaccatura all’interno dell’Udc ha avuto come effetto immediato un rafforzamento della compagine guidata da Nello Formisano (Centro Democratico), che, dopo transumanze varie, si trova ad essere il primo partito a Palazzo Baronale, rimescolando ulteriormente le carte per l’assegnazione delle deleghe nella nuova giunta a totale trazione politica che il sindaco Malinconico ha più volte palesato l’intenzione di fare, ma che, di posticipo in posticipo (l’ultima data comunicata a più persone, per cambiare la giunta, doveva essere quella del 30 aprile o, al massimo, del primo maggio, spostata poi al 6 del mese), non ha ancora formalizzato, facendo nascere il sospetto a più di uno che, in cuor suo, non abbia la benché minima voglia di cambiare l’attuale squadra di governo che, fino ad ora, gli ha dato numerose soddisfazioni e ha fatto tutto quello che l’avvocato penalista, c on la vocazione di fare il sindaco, le ha detto di fare (che cosa?).
Alfonso Ancona
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola 08 maggio 2013