Torre del Greco – Dimissioni o sospensione, questo è il dilemma che attanaglia la mente di Ciro Borriello. Ma, secondo le malelingue, dubbi ce ne sono pochi e si farà sospendere. Il nostro primo cittadino per potersi candidare alle prossime elezioni nazionali dovrà dimettersi entro agosto, ma è possibile un pensiero “malsano” che aleggia nella mente del sindaco: si farà multare dai vigili per candidarsi alle prossime elezioni Politiche, senza avere così l’obbligo delle dimissioni.
Infatti, l’obiettivo è la decadenza per incompatibilità, e non le dimissioni da primo cittadino. In questo modo, si evita il commissariamento del Comune e lo scioglimento di giunta e consiglio comunale. Con questa strategia Ciro Borriello dovrebbe catturare più piccioni con una fava.
Punto primo, il vicesindaco Romina Stilo (sua iper-fedelissima) diventerebbe la facente funzioni di sindaco.
Punto secondo, una volta fatto il ricorso (e vinto) potrà tranquillamente tornare a fare il sindaco (sia in caso di elezione al Parlamento, sia in caso di bocciatura da parte delle urne).
Punto terzo, potrà tranquillamente concorrere per un secondo mandato da sindaco alla scadenza di questa legislatura (2019), alla faccia di chi aspira a raccogliere la sua eredità nel centrodestra torrese.
Questo escamotage, probabilmente, è stato suggerito alla fascia tricolore nostrana da un altro sindaco campano. Infatti, due anni fa, ad utilizzare lo stesso sotterfugio fu il sindaco di Agropoli, Franco Alfieri, che decise di candidarsi con il Partito Democratico alle Regionali. Il primo cittadino della cittadina in provincia di Salerno parcheggiò l’auto in sosta vietata, proprio davanti a Palazzo di Città, motivo per il quale fu multato dai vigili urbani. Multa contestata puntualmente da Alfieri davanti al Giudice di Pace (poi, Alfieri, in seguito, ritirerà il ricorso, ndr).
Tornando a Borriello, precisiamo che, fatto il ricorso contro la contravvenzione, il passaggio successivo sarà quello di passare attraverso il voto del Consiglio comunale, per pura formalità; infatti, la lite pendente con il Comune determinerà l’incompatibilità con il ruolo di sindaco e quindi la decadenza.
Ma Ciro Borriello ha fatto i conti senza l’oste. Ovvero, le opposizioni a Palazzo Baronale. Queste, infatti, se vorranno, potranno ispirarsi ad un altro esempio: quello dell’ex sindaco di San Sebastiano al Vesuvio che, utilizzò lo stesso escamotage, ma fu bloccato dall’iniziativa di un consigliere dell’opposizione. Infatti il consigliere di minoranza, Gennaro Manzo, esordì in Consiglio comunale dicendo che aveva “deciso di pagare il verbale. Ho qui con me la copia del pagamento – dichiarava -, che deposito agli atti del consiglio comunale. Come lei ben sa – aggiungeva -, con questo pagamento si estingue il titolo e cessa l’interesse ad agire giudiziariamente. Il ricorso è divenuto privo di fondamento ed è quindi cessata la materia del contendere”.
A buon intenditore poche parole.
Antonio Civitillo