Ho sempre ritenuto oggettività e ragionevolezza le linee guida fondamentali dalle quali orientare i miei comportamenti da sindaco e pubblico amministratore.
Credo con convinzione che anche in politica sia talvolta necessario prescindere da ottiche faziose o dettate dalla logica dell’appartenenza dell’uno o dell’altro schieramento, affinché prevalga la ragione ed il buon senso.
Da qui la mia decisione di firmare con altri duemila e più colleghi sindaci la richiesta presentata dal presidente Anci Antonio Decaro per modificare il Testo unico degli Enti Locali, a seguito di una condanna assurda nei confronti di Chiara Appendino Sindaco di TORINO per fatti ascrivibili a competenze totalmente estranee alle funzioni di un Sindaco.
In questo caso il mio appoggio al sindaco di Torino Chiara Appendino, esponente del Movimento 5 stelle, si è basato su una lucida riflessione epurata da acredini personali o diverbi avvenuti in questi anni di amministrazione con altrettanti esponenti istituzionali candidati e poi eletti dai sostenitori del Movimento 5 stelle.
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Posizione che probabilmente non sarebbe stata emulata da personaggi locali che accecati da antipatie e rivalità avrebbero precluso ai loro elettori la possibilità di appoggiare scelte di oggettiva ragione e validità.
Mi chiedo, infatti, con enormi dubbi, se con un avversario politico, come il sottoscritto,i consiglieri comunali eletti dai 5 Stelle di Portici avessero accantonato le beghe politiche del caso per mostrarsi solidali, proprio come avvenuto nel caso “Appendino” con i tanti altri sindaci che non hanno esitato a firmare il documento dell’Anci.