Queste le parole di Valerio Pisaniello, giovane giornalista e scrittore, autore della sua ultima opera “Reddito Base. Per un Welfare di Cittadinanza” edito da Arturo Bascetta editore.
Pisaniello ieri ha esordito con il suo libro alla Chiesa del Carmine di Avellino dove a fare gli onori di casa c’era il deputato del M5s e capogruppo Commissione Finanze Carlo Sibilia. Ancora presente la Vicepresidente della Commissione lavoro e Assistenza, Nuniza Catalfo, tra l’altro prima firmataria della proposta di legge sul reddito di cittadinanza e in ultimo l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Livorno Ina Dhimgjini come rappresentante della prima giunta d’Italia ad applicare il “reddito di cittadinanza locale”. L’iniziativa è stata moderata dal giornalista Alfredo Picariello.
“Questa volta ho svolto un lavoro empirico-sperimentale con interviste campione per sondare, nel sentire comune, come veniva recepita l’istituzione di un reale Reddito di cittadinanza e la risposta è stata quella che in Italia siamo pronti all’applicazione di tale misura – incalza l’autore -. Le altre forze politiche – continua – strumentalizzano dicendo che si tratta di una misura assistenziale, ma non è così. Di fronte alla domanda se preferire godere della misura o lavorare è arrivato il plebiscito sulla seconda opzione. Il Reddito di cittadinanza renderà sicuramente più liberi i cittadini di votare e questa è una cosa pericolosa. Non è un caso che solo in Italia e Grecia non possediamo tale strumento di lotta alla povertà. Di fronte – chiosa – a quasi cinque milioni di poveri di certo il Rei, varato dall’attuale governo, non risolverà il problema strutturale della povertà in quanto una misura modesta e misera non in grado di affrontare la problematica. Siamo pronti per un Reddito Base”. Il giovane giornalista è al suo secondo libro sul Reddito minimo di cittadinanza oltre ad aver discusso una tesi si laurea sul tema all’Università di Bologna, città dove è nato il M5s.