Qualche giorno fa, su un quotidiano locale, l’ex sindaco aveva dato sfogo a tutta la sua amarezza sull’aumento della tassa sui rifiuti di circa 1,2 milioni di euro.
“Ho sempre sostenuto come durante i tre anni in cui ho guidato l’ultima amministrazione comunale – spiegava Ciro Borriello a chi lo intervistava -, il costo complessivo del servizio è calato di circa 3 milioni di euro”.
Per aggiungere, poi, che aveva letto una delibera firmata dal commissario straordinario Giacomo Barbato in relazione alla Tari e l’aveva confrontata con il provvedimento licenziato dalla sua giunta il 23 febbraio del 2017: “Non credevo ai miei occhi – ha chiosato -, quando ho visto il costo complessivo schizzato a 13,1 milioni quando con la nostra ultima delibera si attestava intorno agli 11,9 milioni. E tutto in soli 9 mesi.”
Titoloni e polemiche in giro per la città hanno spinto l’ufficio stampa a diramare una nota in cui si fanno alcune precisazioni a riguardo.
“Con riferimento ad alcuni recenti articoli di stampa – è l’attacco del comunicato stampa -, si precisa che è destituita di ogni fondamento la notizia secondo la quale il costo del servizio di gestione dei rifiuti sarebbe aumentato di circa 1,2 milioni di euro”.
“Invero – continua -, da quanto risulta agli atti, la differenza fra i costi del ciclo integrato dei rifiuti stimati per l’anno 2018 e quelli riferiti all’anno 2017 è pari, per la precisione, ad Euro 503.413,96. Per altro, non si può adottare a confronto la Delibera di Giunta del 17 febbraio 2017, in cui si prevedeva un costo complessivo del servizio di circa 11,9 milioni di euro, visto che tale Delibera non è mai stata approvata dal Consiglio Comunale. Anzi, se tale Delibera fosse stata efficace, avrebbe provocato un notevole disavanzo di Bilancio, con conseguenti ripercussioni sulla tariffa dei rifiuti per il 2017”.
“Si precisa infine – conclude la nota del Comune – che l’aumento delle tariffe per la categoria dei ristoratori è unicamente determinato dal rispetto di un obbligo di legge. Fino all’anno 2017, infatti, i Comuni avevano la possibilità di operare riduzioni rispetto ai parametri minimi previsti dalla normativa di riferimento. Allo stato attuale, anche se benefici non sono stati prorogati per il 2018, si è comunque applicata la più favorevole delle tariffe, ovvero quella minima. Qualora un eventuale (e presumibile) intervento del legislatore nazionale lo dovesse consentire, sarà verifica l’ipotesi di rimodulare le tariffe dei ristoratori”.