Katerina, attraverso la madre che parla italiano, ha raccontato gli orrori del conflitto e le difficoltà di un viaggi infinito alla ricerca di un rifugio sicuro. Con suo figlio sono partiti da Vinnitsa, una città nel centro dell’Ucraina dove qualche giorno fa è stato bombardato l’aeroporto facendo diverse vittime. Lì hanno dovuto lasciare il papà , anche lui 32enne che sta combattendo in prima linea questa terribile guerra, come tutti gli altri uomini ucraini fra i 18 e i 60 anni, “obbligati” a restare per difendere il proprio Paese. Il 24 febbraio scorso, nel cuore della notte hanno sentito la prima sirena che annunciava il pericolo, poi la seconda e infine la terza, quella che indica la necessità di nascondersi in un rifugio sicuro. Scesi in uno scantinato, sono rimasti lì fino a quando un altro allarme gli ha indicato che era possibile tornare nelle proprie abitazioni, almeno per prendere qualche rifornimento. E poi di nuovo nei rifugi per ore e ore. Così per giorni; tutti trascorsi tra la paura, informazioni contrastanti e la speranza che questo incubo potesse risolversi in breve tempo. Ma non è andata come speravano e Katerina ha deciso di mettere in salvo suo figlio, lasciando con dolore la sua città , la sua casa e soprattutto suo marito e unendosi alle file di tanti altri profughi che hanno intrapreso la stessa strada. Sono arrivati prima in treno in Slovenia, stipati in vagoni che accoglievano moltissime persone in fuga e poi  a bordo di un pullman, sono arrivati in Italia. Ma ci sono voluti 5 “lunghissimi” giorni di viaggio per raggiungere la nonna qui a San Giorgio a Cremano. Un’esperienza che non dimenticheranno mai – ha raccontato Katerina – anche se qui hanno già trovato accoglienza, calore e sicurezza.
Il piccolo Mucola è stato accolto nel giardino della scuola dai bambini delle prime classi della primaria. Gli abbracci e un piccolo pesciolino rosso che gli è stato regalato,  hanno fatto tornare il sorriso sul suo volto. Lui stesso ha scelto la classe da frequentare ed interagisce già con i compagni. La scuola sta provvedendo a contattare una mediatrice culturale che potrà aiutarlo a comprendere la lingua e ad integrarsi sempre meglio con gli altri bambini.
” Sono nostri fratelli e siamo al loro fianco. Nei prossimi giorni arriveranno altri bambini in fuga dalla guerra, accompagnati dagli adulti  – ha detto il Sindaco Giorgio Zinno. Noi li accoglieremo nella nostra comunità grazie al grande cuore di moltissimi cittadini, alla disponibilità delle scuole e delle associazioni e attraverso le attività che l’amministrazione sta mettendo in campo,  insieme alla Protezione Civile e ad altri enti intermediari. A breve partirà inoltre, il quarto carico di beni verso l’Ucraina mentre una parte degli stessi resterà qui a disposizione delle famiglie e dei profughi che arriveranno in città ”.