In prossimità delle consultazioni elettorali ci troviamo nuovamente a dar vita ad una breve riflessione sul diritto di voto, sancito dall ‘art. 48 della Costituzione. In merito al voto si sente parlare spesso di “diritto – dovere”: ciò è d ovuto al fatto che l’art. 48 Cost. prevede, al comma 2, che l’esercizio del voto sia “dovere civico”. A riguardo occorre fare presente come tale previsione normativa non sia, per così dire, assistita da sanzione da applicarsi nell’ipotesi di mancato esercizio del voto da parte del cittadino;

tuttavia, appare chiaro che il Costituente abbia inteso, stante il tenore letterale dell’art. 48, richiamare Elezioni-Amministrative-Voto-Urna

l’attenzione dei cittadini su di un momento di fondamentale importanza (il più importante) per la vita democratica del Paese, che va vissuto non come pratica rimessa alla mera volontà del cittadino, bensì come, appunto, un preciso dovere al quale l’elettore non può sottrarsi. Contrasta, però, col dettato dell’art. 48 Cost. l’astensionismo crescente che si registra in occasione delle elezioni, caratteristica, del resto, che accomuna l’Italia alle altre democrazie occidentali e che appare essere diretta conseguenza della sfiducia dell’elettorato rispetto alla classe politica. Da parte nostra, allora, sentiamo, ancora una volta, di esortare i n ostri lettori, in qualità di elettori, a non rinunciare al loro diritto di contribuire alla vita democratica del Paese e a rendersi, dunque, protagonisti di uno dei pochi momenti in cui i cittadini possono assumere voce in capitolo.

Alessandro e Giovanni Gentile



Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 21 maggio 2014